Volontà - anno XI - n.4 - aprile 1958

trorivoluzioni che si son susseguite dopo la ribellione delle colonie ame• ricane contro la Corona britannica, quel che colpisce è la regolarità con la quale si son ripetute talune serie di conseguenze. Conveniamo anzitutto di chiamare « societit » l'insieme di quei rappor– ti umani che si possono definire spontanei, e in certo qual modo gra– tuiti, uel senso che hanno almeno la apparenza della libertà nella scelta delle relazioni, nella loro durata e nella loro rotlura: le presr.ioni non vi si esercitano che con mezzi << mo. rali )), mentre i moventi utilitari so. no o realmente subordinati, oppure mascherati dalla politesse, dal piace– re che si ha a trovarsi in mezzo ai proµri simili, dalla solidarietà affet– tiva che si stabilisce naturalmente fra i membri di un medesimo grup– po. Intesa in questo senso, la « so– cietì, )i esclude per principio ogni co– strizione, e soprattutto ogni violen. za. Apparirà allora chiaro che la for– za, la continuità, i successi almeno parziali (giacl'hè le forze oppressive possono cerio essere schiaccianti) di un movimento d'e1uancipazione u– mana saranno in (unzione diretta del grado di sviluppo e di consistenza della t< società )), mentre nessuna or– ganizzazione annata potrà aumenta– re le chances, nè tanto meno i pro– gressi reali di un tale movimento. I tredici Stati americani erano, ben più che delle formazioni politi– C'he o militari, delle comunità dal tessuto sociale assai vigoroso: i co. slunti puritani vi erano certo angu– sti e tirannici, ma erano anche accet– tati in piena libertà dalla stragranae maggioranza. E così ~ quasi all'al– tro estremo - l'anar<'hia della szla– chta (la pfr•cola nobihà terriera po- lacca), che comportava una socievo– lezza vivacissima unita al sentimento permaloso dell'indipendenza perso. nale, spiega la straordillaria resisten– za dei polacchi a oppressori strapo– tenti per un così lungo periodo di tempo, nonostante la povertà ccono• mica del paese e la lamentevole po– litica dei go\'erni « na:tionali )) (nel 1830 come nel 1930). E' perchè era– no, secondo la parola di Volt.i.ire, (( il popolo pili socievole d'Ehropa >) che i francesi son rimasti fino al 1871 alla testa del movimento rivoluzio– nario. E, quanto alla Russia, la for. midabile energia della Rivoluzione d'Ottobre non si capisce se llon si tiene conto del! 'azione parallela, du– rante tutto un secolo, delle sètte re– ligiose (che erano comunistiche e, quasi tutte, 1ennccmente pacifiste) da una parte e, dall'altra, dell'ituelli– glientsia mnanitaria, accompagnata dal fiorire della << società )) a Mosca e a Pietroburgo. Nel 1848, la socie– volezza relativamente superiore di Vienna rispetto a Berlino, l'indigch– za della «società >1 in Italia (con gra– dazioni alla cui cima si troverebbe Venezia, dove la vita sociale rimase, almeno fino alla fine del secolo XVIU, pili animata che altrove) coincidono con le peripezie pili o meno energiche, più o meno dortu. nate, dei tentativi di liberazione. In 3pagna, alle forze antisociali che do– minarono il paese dopo la Controri– forma e Filippo II, si oppose non già l11 tradizione centralista e auto– ritaria della Castiglia, ma la « coe– sione sociale >1 che ebbe i suoi foco– lai a Barcellona, nelle tendenze se– paratiste ca1alane e nelle forme di (1 solidarietà anarchica )) diffuse in tutta la penisola. 177

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