Volontà - anno XI - n.2-3 - febbraio-marzo 1958

Molcira e Rossi avessero usoto frasi uguali a <Juellecontenute nel testamento politico d; Garibald il manifesto da loro redatto, oppure, quanto meno avessero pubblicato le stesse senza iridicarne l'autore e la provenienza. Solo in tale caso le frasi anzidette avrebbero potuto costituire la mani– festazione del vilipendio prevista dt1lla legge, giacchè nessuno attraverso la lettum dello stesso avrebbe potuto riconoscere eia chi furono pronunziate ecl il particolare momento storico in. cui ven-nero dette; - Malara e Rossi, invece affis,1.:ero sui muri di Cosenza wi.. mani/e.sto in cui era indicato a let– tere cubitali l'autore delle frasi, ed in cui pure app<,riva pure i11dicato il luogo dove tale documento era conservato, ed allora la riproduzione di tale testamento appare più tosto ricordo i,i, cui avvenne l'unità d'Italia, che manifestazione di dileggio del culto cattolico. Concludendo, nella pubblicazione del testame1110politico di Garibal– di ad opera dei prevenuti non è dato riconoscere il valore di « manife– stazio11-0 di vilipendio » ai sensi del capo I del titolo IV del C.1P., e, per– uinto, fo. condotta di Malora e Rossi non sembra integrare l'estremo mate– riale del reato loro contestato, nonchè gli stessi meritano di andare assolti clall'imputazione cli cui in epigrafe trattandosi di persone non punibili pere/tè il fatto non costituisce reato; P.Q.J\J. Jl Pretore di Cosenza, ·visto l'ctrt. 4'79 C.P.P., assolve Malara Antonio e Rossi Antonio dall'imputazione ai sensi ascriui in epigrafe, trattandosi di persone non punibili perchè il fatto non costiwisce reato. Così. deciso in Cosenza, fi.. 8 novembre 1957. Il Pre1.ore F/to !\lootorio Il Cancelliere F/to Cesario VIA IL POTEREPOLITICO ... Se domani si formasse un go,·erno e un consiglio legisla1ivo, un parlainento, esclusivomcu1e C'omposto di 01Jerai, c1uesti operai che souo, oggi, dei eonYin1i demo– cra1ici socialisti, di,·enterebbero domani degli aris1ocrmiei decisi, degli adora1ori co– raggiosi o timidi del principio d'autorità, tlegli oppreuori, e degli sfruttatori.. Biso– gna abolire C'om1Jle1ame111e, nei principi e nei fatti, tullo ciò che si chiama potere 110- litieo; perchè finchè il 11otere politico esisterà, ci saranno dei dominatori e dei domi– ua1i, dei 1>adroni e 1legli schiavi, degli sfnlllatori e degli sfruttati, Una ,•oha abolito, il potere politico, bisogna sos1i1uirlo con l'organizzazione delle fon:e della 1>roduzione e dei servizi dell'economia. 1\1, BAKUNIN I.es 011r$ de Berne e1 l'O,,,, ,le Sr. PhNbour1, 1810, ~euduuel, lmprimtrie G. Goillaum., et Fii. 133:

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