Volontà - anno XI - n.2-3 - febbraio-marzo 1958

iugojare qualche cucchiaiata della eua propria medicina. Le cellule del deposito di polizia di Foeutca, le ba. racche dei campi d'internamento a Kistarcsa e a Uc<:A,sono piene di cosidetti « contro-rivoluzionari » ab– bandonati all'arbitrio e al servizio dcll'A.V.l:l. Vi sono là degli ostag– gi appartenenti a tutti gli strati del– la popolazione: degli scrittori uni– versalmente rispettati, <lei giovani animali da sentimenti patriottici, dei contadini e degli operai che ebbe– ro jJ coraggio di esporsi. Le prime vittorie di questa nuova epurazione furono comunisti di al– to rango che si erano raggruppati auorno a Nagy durante la rivoluzio. ne e che erano stati, poi, considera– ti come dei <(traditori» (fatto si– gnificativo, i due terzi degli intellet– tuali arrestati, sono degli cx-membri del Partito). Un esempio di come Iurono Lrattati dal regime J(adar è <1ue1lodi Gabor Foeldes, l'ex-dirE:t– tore capo dct teatro nazionale a Gyoer. ComuuisLa credente, egli conduceva il 23 oaobre un gruppo di lealisti sulla cui bandiera era scrit. to: « Viva il parùto ! » In aprile, lo organo letterario del regime, (Elet es iroclalom, 12 ·aprile 1957) lo rim– proverava per certi « smarrimenti » ulteriori, ma riconosceva In parte (lccisiva ch'egli a\'eva avuta nel sal– \'are parecchi ufficiali dcli' A.V.H. I comunisti « deviazionisti » non lardarono ad essere raggiunti nelle prigioni dagli uomini di fiducia dei diversi partiti non-comunisti la cui effimera rinascita a\'cva segnato la lase liberale del governo Nagy. Fra essi si trovava Istvan Bibo, Laszlo Knrdos e Attila Szigetky, rapprcsen– lanti rispe11ivamente i socialisli, i 104 cattolici e i contadini piccoli-pro– prietari. ifoi, l'ondata repressiva si estese all'insieme della popolazione. Secondo fonti degni di fede, ci fu. rono almeno quarantamila arresti e ventimila carcerati. Il regime ha annunciato pu.bblicameote soltanto centocinque esecuzioni capitali ·ma jl numero delle « liquidazioni )> se– grete salirebbe a parecchie migliaia. Pur inorgogliendosi delle « vitto– rie decisive» contro I'« opposizio– ne » il Partito continua a fare ap– pello a una raddoppiata vigilanza. « La bauaglia è lungi dall'essere finita, percl1è i nostri nemici cerca- 110 d'infiltrarsi nel Partito, nell'ap– parato statale e nelle organizzazioni di mussa! » proclama Elet es iro– dalom del 29 giugno 1957. Dopo il rimpasto della direzione suprema di Mosca, il regime allarmato intensi– ficò i suoi avvertimenti: « 1 circoli revisionisti cercheranno certamente d'utilizzare le decisioni di M,osca per fini propri! » profetizzava lo stesso giornale il 4 luglio, e durante tutia l'estate furono « scoperti » dei pre– tesi complotti; delle spie furono «smascherate»; gli arresti si molti~ plicarono, le minacce raddoppiaro– no ... La Ungheria d'oggi è diventa. la il paese della paura; tutto il po– polo, secondo le lettere che proven– gono da laggill, vive nella paura di essere consegnalo alla \'ende11a dei comunisti, o almeno <li essere ar"re– stato. Permanenza dello spirito· di libertà N onostante 1uest' atmosfora di terrore. il fatto pili impressio– nante che emerge dalle relazioni

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