Volontà - anno XI - n.2-3 - febbraio-marzo 1958

L'eco deJle proposte di Mao-Tsé– Toung a proposito della libertà del– la cultura non poteva che disturba– re l'offensiva di Kadar contro gli intellettuaJi. Così. i capi del Partito hanno cercato di evitare le trappole del liberalismo che s' aprivano eui loro passi, facendo sapere senza complimenti che non avevano nes. suua intenzione di trapiantare i «fio– ri » cinesi sul suolo ungherese. « La parola d'ordine cinese >> come fece osservare Kadar, « è sopratutto per la Cina » ed è opportuno insistere sui limiti d'una <( applicazione cor– rella >) negli altri paesi. « Corretta– men1e applicata >> da Kadar all'Un– gheria, la teoria di Mao non poteva, naturalmente, che giustificare l'op– pressione prolungata del regime suL l'elemento creatore, per tutto il tem– po in cui il regime qualificava que– st'elemento di « contro-rivoluzio– nario ». Riprendendo di traverso la frase celebre di Mao, Elct es iradalom del 7 giugno 1957 fustigava gli errori dei produttori di films ungheresi, nel seguente modo : « La parola d'ordi11e cinese - lo– sciate fiorire cento fiori - è stata ,presa di tr,werso nella nostra produ. zio11e ciriematografia1,: da. noi t.uui i fiori fioriscono ad eccezione clel fiore socialista >>- Le dichiarazioni del Partito sono improntate acl un'amarezza 1>artico– larc nei riguardi degli scrittori e dei giornalisti, che i comunisti couside– rano, a torto o a ragione, come co• loro che hanno formato il « brain trust » clella contro-rivoluzione. Ma nessuno dei mezzi di pressione ado– perati è riuscito a spezzare il boicot. taggio silenzioso deJla stampa uffl- ciale. La grande maggioranza degli scrittori ha risposto con la non-coo– perazione agli inviti del governo desideroso di assicurarsi il loro aiu– to professionale. In un supremo tentativo per spez– zare lo sciopero degli scrittori, il regime ba pronunciato la dissolu. zione del sindacato che raggruppa– va scrittori e giornalisti, ed ha isti– tuito, sotto il suo stretto controllo, dei consigli separati della letteratu– ra e della stampa. Poi, siccome tut– ti i tentativi di collaborazioue ri– manevano senza risultato, ha proce. duto, con delle rappresaglie, all'im– prigionamento di circa trenta perso– nalità ritenute responsabili, (ra le quali c'erano il famoso romanziere Tibor Oery, il poeta laureato Zol– tau Zalk; e il drammaturgo Gyula Hay, di fama internazionale. Questo ritorno ai più vergognosi eccessi dello stalinismo, non può essere considerato che come il rico. noscimcnto, da parte degli stessi co– munisti, d'un Catto vero: conside. rano come una minaccia di prima entiti1 l'oncslà intellettuale e spiri- 1uale. Il nuovo regno del terrore J I ricorso al terrorismo puro e se1uplice - senza l'esclusione dei metodi pili brutali della repressione staliniana - è certamente l'aspet– to pili orribile e pili offensivo del regno di <1ues1iundici mesi, duran– te i quali il governo Kadar ha po– tuto dare la sua misura. La polizia segrc1a, riacquistato i suoi vecchi poteri, ha potuto vendicarsi delle umiliazioni subite e della necessità in cui si era trovata in oLtobre di 103

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