Volontà - anno XI - n.2-3 - febbraio-marzo 1958

zione. Sappiamo anche che la gente che vive sopra questo « mestiere >) - in confronto del quale l'avido usuraio che coglie le situazioni più pietose per spogliare la sua preda, o l'accaparratore che nei periodi di crisi specula sulla fame del suo pros– simo per auunucchiarc danaro ci appaiono meno bestiali - si orga. nizzerà in modo da continuare il suo abbietto traffico e continuerà nello sfruttamento di altre disgraziate, con tutte le complicità di cui già ora si giova. Non abbiamo illusioni sull'e~l'ica– cin di questa legge. La prostituzio– ne esiste da sempre tra noi per~hè deriva dalle ineguaglianze, dalle mi– serie, da tutti i gravi mali organici della nostra società: ed è assai pii1 diffusa al di fuori che al di dentro delle « case di tolleranze ». Ma, co– me diceva Joscphiuc Butler, la pio. niere inglese della battaglia per la chiusura delle case di tolleranza nel suo paese: con le « case chiuse>) si ha prostituzione e schiavitù, senza di esse si ha soltanto prostituzione. Nessuna ragione di utilità sociale può giustificare la loro esistenza. Come ai nostri giorni non è più con– cepibile il mercato degli schiavi, co– sì non è concepibile che una donna per vivere sia costretta ad avere in media da 40 a 50 contatti ogni gior– no con uomini ai quali non può ri. fiutarsi, neppure se son malati o U• briachi o pazzi, neppure se le ispi• rano la più grande ripugnanza. La prostituta che entra nelle« case » ne diventa la prigioniera: vigilanza, disciplina, visite, sfruttamenti sono i contorni del triste mes1iere per cui deve essere sempre pronta a distri• buire piaceri, prestarsi molto spes. 86 so ad ignominia. Non c'è quindi da stupirsi che essa raggiunga gli abis– si della degradazione e finisca per credersi soltanto un miserabile og– getto,. buono a tutti i servizi. Ep– pure le prostitute sono anch'esse donne, proprio come le mamme, le sorelle, le fidanzate, le mogli di co. loro che se ne servono e non sen– tono che quell'atto che spinge o con• serva una creatura umana tanto in basso li insudicia per tutta la vita. Se si vuole che siano migliori di quello che realmente sono, bisogna incominciare con il trattarle da don– ne: può darsi, così, che qualche lu. cc rimanga accesa nel le loro coscien– ze e che <pialcuna trovi la via della riabilitazione. Le discussioni che vi erano state intorno al progetto Merlin avevano messo alla luce del sole un monte di fatli su cui di solito si stende il velo dell'ipocrisia individuale e sociale. Ad es. la distribuzione delle cc case>> nelle varie regioni italiane, con una densità che è inversamente propor– zionata al loro grado di civiltà (« ci. viltà » inteso come benessere me• dio, come diffusione di cultura, co– me apertura di comunità ecc. non giit - è ovvio - come inferiorità o superiorità inesistenti): a Napoli sono in numero doppio che a Mi– lino ecc. Ad es. l'e.nt.iti, complessi– va delle cccase », circa 600 in tutta Italia, con circa 3.000 prostitute - schiave per il buou piacere dei ma. schi cui manca il coraggio dell'amo– re sessuale alla luce de) sole. Ad es. i numeri delle statistiche delle malattie veneree, che vanno presi con tutti i dubbi e le riserve di vali– dità connesse ·ai modi malde:lìniti dei rilevamenti, ma anche così in-

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