Volontà - anno XI - n.2-3 - febbraio-marzo 1958

qualche anno fa. È commeasa in u– na tabaccheria, e sta dietro al ban– co dalle 8 di mattima alle 10 di se• ra. • 11 uba10 1 però, duriamo apcr. ti sino '8 mezzanotte, e tulli i ~or• ni non riesco a mangiare altro che un pnniuo «slrafocato» nel retro bot. tcgn, pcrchè non c'è tCmJ>O. Mi dan– no 2500 alla scllimana, meno 100 al giorno di viaggio. Se fossi abbonata risparmierei molto: J>agherei 700 lire al mese, ma non sono in regola, mi hanno presa solo perchè sono a– mici del nostro padrone di casa». S. è ciabnttino, ha 22 turni. Hu avuto In poliomielite e non può fare lavori pesanti. « Avrei studiato, ma c'crn bisogno di tutto, e così ho ccr• calo qualcosa da non stare io piedi per la gamba. JI ragazzo di caffè non pole\'O farlo» (a Napoli il nume– ro di ragazzini ancora in età da lrc. qucnlare le scuole elementari clte 18\'ora nei bar è molto elevato: CO· minciano così a contribuire ad aiu– tare la famiglia, e vanno a ingros• Hre le :file della disoccupazione per– manente per la mancanza di un me– sliere). Cli chiedo c1u11nto guadagna, a– desso: « 3.5()()alla sellimana, di sta. gione. Sennò un J>Ò meno. Ma, se ,·oglio, posso Cam.1i delle scarpe e pagarle al costo. Due, tre paia aJ. ranno, il principale le la.scia fare ». Mi domando, a questo punlo, <1uale J>Otevaeuerc la !ua paga da ragazzino, se guadagna, ora, ciò che guadagna. u La cosa brutta è quando la ,ua– gionc muore. I sandali rendono po. co, e poi molti vanno anche scalzi, qui da noi». La sera, quando rincaso tardi, 82 spesso iJ piccolo laboratorio è an– cora aperto, e S. è li che lavora. Penso abiti qui vicino: alle 8 di mattina è di uuo,•o li. « Una cosa è sicura, nel nostro mestiere: la urgenza ». C. è in una squadra di pulizia, che appalta lavori presso una gran. de ditta. Tuili i giorni, lo Slesao giro di pulizie. cc: Sotto lo s1,•uardo degli o– perai \'eri, delle uu1cchine, che pe• rò non mi vedono nemmeno. Per loro, c'è il cottimo, l'assistenza, la mensa, il pullman sollo la casa mat– Lina e sera. La hefona, adesso, e anche l'aumento di pugn. lo lavoro con due o tre <lclln S<jlrndrn interna della dilla, e facciamo lo lllClfflO la– voro, lo stesso giro, le stesse mani nell'acqua sporca tutli i giorni, tulle le ore. .Ma loro guadagnano almeno 3 ,•ohe piì1 di me, mi può credere. E si lamentano. t ,•ero, o. guuuo si lamenta, e quando non la– voravo mi lagnavo di piì1. Ma, lo sa, è brutto: fare la stessa cosa, e con questa paga. E la paura, perchè non abbiamo contratto fisso ». Lo so io: nessuno degli operai della ditta grande, quelli che lavorano con lui, avrebbe saputo farmi un di– scorso di questo genere, anche te– nendo conto della Cacilità di eloquio dei napoletaui. M. è una vecchia donna di una cittadina industriale vicina a Napo– li, rimasta vedova ancor giovane con 3 figli. Li ha Lirati su Caecndo 11em. pre il lavoro col quolc aiutava il marito pescatore: raccogliendo al– ghe ed erbe marine per quelli che hanno un banco di pesce al merca– to. « Di buono e mal tempo, perchè

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