Volontà - anno XI - n.2-3 - febbraio-marzo 1958

D.C. proprio in questi giorni. I Comitati Civici, per ubbidire n l'« oltre il 18 aprile » /anfaniano, avevano proposto di includere nella lista dei can– didati della D.C. novanta nomi proposti dalla Confi11tesa la quale, in cam– bio, avrebbe dato milioni o miliardi per sostenere l'attuale campagna elet– torale. A sua volta, l'Azione Cattolica, sostenuta dalla Curia, voleva in– cludere un'ouantina di nomi della proprit, organizzazione (e di qui è nato l'intervento del card. Ottavi.ani). Le due proposte furono respinte. Oh! non per dei motivi morali; no,, percliè fosse ripugnante alla D.C. (demo– cratica?) allellrsi con i campioni della reazione capitalistica, o conside– rasse un'indebitll ingerenza della Chiesa quella di designare i candidati, ma semplicemente percl1è un numero così grande di nomi, da una parte e dall'altra, avrebbe elimi,wto troppi aspiranti a Montecitorio. E cose ciel genere llccculono in ttl.lti i partiti (basta ricordare che a Vene=ia al congresso del P.S.l ., quando si trattò di distribuire le cariche, si rinnegarono le mozioni che erano .,tate approvate all'unanimità durante i lavori dello stesso Congresso). Le cose non vanno certamente meglio, quando gli eletti si sono in,• suillati in Parlamento. Il deputato diventa un'autorità. e pare che <Juesto abbia il polere di fargli dimenticare tutte le promesse e gli impegni presi di fronte ai suoi elettori. A ,1cl1e se è di sinistra. L'art. 7 fu votllto dai comunisti; niente di buono ne è venuto al po• polo quando comunisti e socialisti lw11110 diviso il potere con lo. D. C. (senza contare che il partito dei social-<lemocratici è diventato, attraverso la partecipazione al potere, un partito di dest.ra ); la scuola si è /attn an– cor più cou/essionale di <1uello che l' cwesse fatta lo stesso Concord<ito, proprio in questi ultimi armi in cui min.isiro dell' istrri:io,1e è il laico, social-democratico, Paolo Rossi, il quale non ha ri$pettato uno degli im– pegni presi dcd suo partito durante le elezioni del 1953, che era. proprio quello di impedire che la scuola di Stat.o diventa.ue co11/essio11ale.E se per~ mangano leggi fasciste o furono bocciati progetti contenenti giuste istanze di lavorotori o di ceti e cl!lssi di$ere<lati, è perchè al momento della vota• zio,1e il Governo ha avuto lct compiacente collaborcizione del voto o del– l'astensione o (coincidenze strane) dell'assenza dall'aula dei depuwti dei due grandi partiti di sfoistra.• E' il caso di dire: « dogli amici mi guardi lddio cl1è dai nemici mi gullrdo io». Il sislema pllrlamentcire è la più grande men::.ogna dei nostri tempi. Ed il nostro astensionismo significa rifiuto di ooolfore quella menzo– gna e di nwntenerla in vita; rifiuto di riconoscere ad una élile la cllpacità. di fare, decidere, interpretare volontà ed aspira::.ioni di milioni di uomini; rifiuto di c,ssumere una q1wlsiasi carica di potere, pcrchè t.u.tta la storin di– mostra che il polere corrompe chi lo esercita e chi lo subisce; rifiuto di far credere che gli interessi del popolo si difendono in alto, attraverso i siocl1i dei politici; rifiuto cli rinunciare, con una delega di potere, al di~ 76

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