Volontà - anno XI - n.2-3 - febbraio-marzo 1958

clopo le rivelazioni delfattuale capo del governo russo sui crimini com– messi dal suo precedessore e dopo i fatti vemtl.i in luce nei poesi delle demo– crazie popolari dell'Europa orientale. Se tutti avessero taciuto e se tu.tti tacessero su. quei fotti e si limitas– sero in.vece a denunciare solJ.anto il malgoverno delle democra.zie e le vo• lo11tàpiù reazionarie della Chiesa e dei partiti di destra, nccrediterebbero l'idea che il p.c. è il solo partito che Ira le carte ù1,regola (e le mani pu– lite!). Contribnirebbero ,wn solo a mantenerlo forte ma anche ad accrescer– ne la. potenza. Ed abbiamo tropJJOco11osciul0 il volto feroce <lei. vari p.c. (in Russfa, i,1,Spagna, nelle Democrazie orientali) per rimanere in una po– sizione agnostica d.i fronte al p.c. nostrano. Il quale, bisogna dirlo, no,i può, in nessun modo, essere separato da quello russo pcrchè di quello ne t, una pedina ed il suo capo si adegua così pronwmente ,1lla politica dello Stato-guida, da dare l'impressione che egli preceda gli avvenimenti, me.11- tre li segue, da buo,1,fedele quale egli è. Finchè ci gilmgera,1110 notizie e/re dalla Russia o dai paesi che essa controlla, intellettuali, scrittori, lavoratori vengono così frequentemente incarcerati o fucilati soltanto percliè chieclono un poco più di 'libertà, e finchè il p.c. nostrnno assolverà quei crimini e li giustificherà 110n accor– deremo nessm1, credito nè 11essu11a s impat.ia a quel part.ito. Ma veniamo all'astensionismo. G. D. l'Ira definito uno stare (il verone della nostra turris eburnea, cioè, in parole più semplici, una comoda po– sizione di spettlll.ore che ci permette di rimanere puri. Il prof. Salvemi.ni (mi fa piacere ricorrere di fre,1uente al pensiero <li <JlWStogrande Maest.ro), in occasione ,/elle elezioni del 1953, in ami– chevole polemica con ,wi, cercava di convincerci della necessità di una scelta (che per S. era, in quel momento, la D.C.). Ma, co,1siglia11do la scelta del meno peggio al piì1 peggio, avvertivtt che bisognava dire le sei– milaseicen1.oscssautasci ragioni di quella scelta e poi o<:corrcva striJ1gcrsi fortemente il naso Ira il pollice e l'indice. 1 /11, quell'espressione così pittoresca vi era il quadro delle ,iostre ele– zioni. Tutto puzza attorno alle unie: merc(lti, corruzioni, com.promessi, negazioni di principi e di programmi, "menzogne .<.pudorate, ricot.ti , omertà ... Come si può continuare a dire, senza vergognarsene, che le elezioni so110l'espressione della volontà del popolo? Sono l'esvressione della ·vo– lontà di potere dei e-0ma,1danti, dei politici <li professione (preti com.presi), di particolari gruppi finanziari e di certe gang. I suoi risultati costituiscono la vittoria di qualcimo ,li r1uei 1;ru.ppi su– sli nitri. Un. elo<1uent.esaggio della lotta accanita e sorda che esiste, i.rt periodi elettorali, persino fra le tendenze di uno stesso partito, ce l'ha oflerU> fo I Un soldo di SJ)Crmm,? C,u:;r,HIO s... ,.,T.,11N1, Volontà. a. VII, n. 5, 15-7-53, J)J). 225-6. 75

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