Volontà - anno XI - n.1 - gennaio 1958

di rivolta in bruso. Afa il suo tro110 Ira• balla e la fine 11011 p«i;, essere lo11tm111. Ed è quest{J speranza che a11imacoloro clie continumw la lotta cla11desti,w i11 Spagna. Ricordo di Sulvcmiui Ho 1101ato una inesa1ieri:za ucllo scritLo di G. B. su Salvcmini (Vo/o,uU, n. 11, a. X, 30 seu. 1957). A portare i fiori sulla tomba di Salve• mini 11011 furono i contadini di Molfeua, ma fui io con un mio amico, cntriimbi cli Uitouto, paese che Salvemini amò immen-– samente. ... li prof. Salvemini fin dal 1909 si in– teressò ai contadini di Bitonto e fu in 1111estacittà che visse le sue pÌÌI belle bat• laglic 1>oli.tichc. Fu cleno consigliere co• munalc e 1,rovinciale, perchè aveva acqui– sita la cinadinarurn bitontina sin dal 1913. Quando i vecchi contadini 1rnrlano di Salvemini hanno gli occhi lucidi dalla commozione. Qui il prof, Salvemini si battè per re– dimere i poveri contadini, i suoi comizi o– rano affollatissimi e qualchevolta veniva– no sciolti dalla polizia. Sono di <1ucl pe– riodo i due opuscoli: e;: Elezioni a Bilon– lo n ed « Il ministro della mala vita 1). Qui Sah•emini e Gino Lunano, Ciccotti ed ahri due bitontini, assaggiarono i colpi dei mazzieri. l coniadini di Bitonto lo mandarono in Parlamento nel 1919. Essi avevano l'abitudine di salutan1i al mattino, ((Uando si incontravano, promm– ciando il nome di Salvemini: se non lo pronuncia,,aiu> significava che erano dei reazionari. C'era persino chi accendeva dei ceri davanti alla sua fotografia. Quan– do accenò di essere camlida10 a Bitonto, così egli ci scrisse: « T" sai che io non sono un uomo tla tir(lrmi indietro, quando si tralla di assu- . mere -,.esponsabilità di lavoro. Quindi se mi chiedete il mio 11omeper u11alotta per le mie idee, fo debbo accettare special. me11te con il collegio di Bitonto io /10 dei doveri di solidarietà e di riconoscenza che 54 11u11 fJOSSO spezzare. In massima, d1111que, eccomi ai voslr-i ordi11i )). A. T. Bilonto, 28-10-1957. E' 11otoche l'esperienza parlamentare di Slllvemini 11011 è durato molto e cl,e egli /10 condotto le s1c1epiù belle ed efficaci bauaglie per i contadini de.I Sud e /JCr J tariti problemi della libertà lonlll110 dal parlamento e dagli uomini polil,ici di pro– fessione. No11sappiamo se a Salvemini fosse giw1- ta la rtolizia dei ceri accesi davanti alle sue fotografie. Se sì, è facile immaginare la sua bella e so,wra risala in proposito, Peccato clie Salvemfoi non abbia colti• vato <1uestaforma di adorazio11e verso di lui: i ceri sarebbero aumentati, le foto– i;rt1/iesarebbero entrate in t111te le case ed oggi avremmo un sa,110di più.: Stm Gae• 1«110. Ma preferiamo pensare a Salvcmini uomo giusto, profondamente buono, più grande d~i sa11t,iperchè co11 le sue idee e la sua umanità ha acceso scintille in Umte co,~cie11zee in lante mer1ti, siccl1è egli og– gi (cd allguriamoci elle sia per sempre) co11tir111ad eisere operante e vivo Ira di 11oi. Fiducia nell'avvenire Quando noi, lavoralori della vecchia guardia, ci accorgiamo che in Italia esi• stono ancora uomini generosi cd onesti che sono capaci di difendere bene le no• stre idee, di diffonderle adeguatamente ai tempi, sentiamo rinascere in noi le spe• ranze giovanili, nonostante sappiamo che l'invndcnza clericale, il potere dei politi– ci soffochino il meglio delle aspirazioni del popolo. Ci pare che la semenza del– la prima internazionale non sia andata perduta ma continui a mantenere vivo lo spirito di libcrlà. Questo per noi è ossi• geno, è vita, è giovinezza, è la ceriezza che 11011 si loua invano per la gi11s1iziae l'emancipazione degli uomini. Lontano dal \·ischioso ca1101icesimo e dalla schiavitù sta. linista c'è una via che conduce alla Ji.

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