Volontà - anno XI - n.1 - gennaio 1958

LA CARTA DE LOGU Q UANDO NEL 1938 ;1 popolo d; Orislano, la capitale del Giudi. cato di Arborea, si solleva perchè stanco della tirannia del Giudice U– go IV, sua sorella Eleonora non ha che venti iumi. Lo slesso anno i re– pubblicani sono scon:fìtti ed Eleono– ra sale al trono che aveva conosciu– to il potere assoluto del fratello e del padre, Mariano IV. Gli annali dicono che lo stesso po. polo che aveva fatto giustizia di Ugo IV, acclamò, dopo la sconfitta, Eleo– nora. Nu11a di strano poichè la stes• sa cosa si ripete, pilt o meno esatta– mente, ai noslri giorni, Quello che però gli annali dell'epoca non ci di– cono è che Eleonora d'Arborea i1b– bia trovata la rnggezza di un gover. no moderalo pitl nella fresca cspe• ricuza Camiliarc che nella bontà. Nel 1395 es.sa proclama l'entrata iu vigore della Carta de Logu, quel codice uuico che è un insieme di reso inoperante il controllo dei go– verni attraverso le imposte privazio– ni del necessario e i codici sessuali repressivi. € la scarsità che fa ten– dere alla competizione (benchè ,·i siano delle eccezioni, come ad es. gli Eschimesi), e la compelizione genera a sua volta aggressività ed autoritarismo. L'abbondanza jnvece inclina tutli alla cooperazione. 38 leggi penali, civili e di procedura e che, divenuto il Codice di tutta la Sar<legnn nel )421, era ancora in vi– gore nelle prime decadi del secolo 19.mo . Alla fine del 14,,mo secolo non re– sta, dei quattro Giudicati nei <1uali era stata divisa l'isola di Sardegna dal l.050, che quello di Arborea, quelli di Cagliari, Logudoro e Gal– lura essendo giit caduti nelle mani degli Aragonesi. La situazione socia– le è delle piÌI disastrose. Le secolari lotte tra !e repubbliche di Genova e J>isa, combattute in gran parte su suolo sardo, le guerre contro i nuo– vi invasori iberici e, non ultime, le dispute intestine delle quauro con– (use c tiranniche dinastie giudicali, la cui storia è ricca di usurpazioni e di intrighi (senza parlare poi deg1i interessati tentativi di rivolta dei nobili vassalli) avevano trovato come ultimo capro espiatorio il popolo Il problema è al fondo problema di educazione, vedendo chiaro che essa si inserisce in un processo a lungo termine. Ogni anarchico do– vrebbe perciò sbarazzarsi di ogni at– teggiamento diverso, e far in modo di essere sicuro che egli educa ve– ramente, non già diseduca. V.

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