Volontà - anno X - n.11 - 30 settembre 1957

la nobiltà dell'atto e del loro do– vere di solidarietà con tutti i disere– dati. Cosi egli iniziò quel suo pelle– grinaggio, accompagnato da una co– mi tivu di de,•oti collaboratori, per tutta la nazione, che in sei anni do– veva (ruttare il passaggio, senza scos– se nè rancori - associati ad una mis– sione di propaganda di buon vole– re fra gli uomini - di pili di cinque milioni di acri di terra, dagli ab– bieuti ai non s.bbienti. Nella provin– cia di Orissa, in circa 150 villaggi, tutti i proprietari di terre posero a disposizione ,li Viuoba tutti i loro beni perchè procedesse a una ridi– stribuzione e<1ua di essi: ciò senza violenza nè interferenza statale. Il dono di villagfti iutieri è ora salito a duemila e pii,. preludio a comuni. tà di villaggi, e di distretti iutieri, autonomi. Que:,to successo, commen– ta In 1/YorldKround Press del 4 Lu– glio (Vermont, S. U.), sorpassa sia l'immaginazione d'ei èapitalisù del mondo occidentale che ammettono tanta importanza ai valori immobi– liari, sia quella del mondo comu– nista, che usa la violenza per strap– parli ai privati e trasferirne la pro– prietà allo Stato ». Immaginare quindi lo stupore dei collaboratori di Vinoba, quando, al– cune sellim:me (a, all'adunanza dei suoi collaboratori egli annunziò che il movimento per il dono volontario di terre dovtwa essere sciolto. Alle loro richieste cli spiegazione, egli ri. spose (come riferisce sulla stessa ri– vista Henry Holm): ((Nel mondo o– dierno, due g<'.ueri di istituzioni si sono svil11ppate, fino ad assorgere a grande potenza: quelle religiose e quelle politiche: ambedue sorte dal desiderio di servire il pubblico. D11 principio essi soddisfacevano un rea- 644 le bisogno e tuttora esse rendono un servizio :dia società: ma se conti– nuassero a crescere si dimostrereb– bero piì1 dannose che utili. Lascian– do che queste organizzazioni cresces– sero di potere, noi abbiamo solo po– sto la. nostra religione nelle mani di pochi e il governo dcJJa nostra so– cietà nelle maoi di altri pochi. Ed' è così che noi, il pubblico, siano di– vtnuù impotenti e abbiamo perso lo spirito d'iniziativa. Il buon lavoro fatto dagl'iudividui dentro il nostro movimento merita certo ogni elogio: tuttavia io sento, che se noi non avessimo costruito la nostra organizzazione, rendendo so– lo alcune persone respoosubili del– )'opera, si sarebbero raggiunti mag– giori risultati ... ». La rivista com– menta: « sicchè, d'ora innanzi, il lavoro di raccogliere la terra dai possiden– ti e dì trasfotirla al servizio di quel– li clrn non ue hanno continuerà an– cora in India: ma non per opera di un movimento organizzato. Il << veg– gente » Bhave crede, che i deside– rosi di dare e i bramosi di ricevere dovranno incontrarsi senza interme– diari e /are il trapasso sotto la pro– pria responsabilità. Resta a vedere come l'esperimento hmziouerà: ma la lezione d1.1. harne saf:1 significati– va, in uu momento e in un'epoca in cui la più grande organizzazione di. lutle, lo Stato, istituito per il ser– vizio dell'uomo e dell'individuo, im– pone alln vita di questi tante rcstrin– :.doni, col ri!-':ultato di fargli spesso perd'ere la capacità di J)iÌI rendersi conto del fa1to, che la libertà ancora esiste e che egli può servirsene e go– dersela >).

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