Volontà - anno X - n.8 - 30 maggio 1957

{lii · Segue dal n. 7) CARLO PISACANE La giovinezza (1831-1848) Q UELL'ESILIO parigino fu di grande importanza per lti for– mazione del pensiero politico-socia– le di Pisacane. N. Rosselli ne scrive così: « Cerio questi contatti, in un am– biente che presentiva, nel suo fer– vore, l'imminenza di una tempesta europea, e seguiva con ansia quando non contribuiva a provocarla, la ere. seente agitazione degli spiriti in Francia e in Italia, non (nrono senza esercitare una immen.sa influenza su !Pisacane; il quale nel contempo im– piegava le troppe ore d'ozio nella intensa lettura di libri e di giornali, come se gli tardasse, in quell'!lnno, cosi tipico di vigilia, di farsi d'nr• gcnza una coscienza politica. E infatti, mentre sui primi flel '47 Pisacane è ancora un uapolclfmo qualunque, alieno dalle cose politi. che e tutt'al più, come uCficiale, vo– glioso di complicazioni europee per avere finalmente occasione di smet– tere la monotona vita di guarnigio– ne, e di provare, coi rischi, l'ehrezza di una guerra, sui primi del •~18 ~gli è giìi un fervido patriota cc italiano », con idee sue, fisime sue, pro~rammi suoi. La sua esperienza nel '47 dovè duuque essere piena e ricca e relli• linea: molti i discorsi uditi, si, e le 442 cose vedute e lette sui libri; ma mol• ta, e seria, e profonda, altresì, la ri– flessione sua, <liretta e originale, sep– pure i suoi interessi e la sua coltura lo portassero com'era nalur:tle del resto, a cousiderar le cose europee segnal:uncuté come un problema cl i equilibrio di forze, sollo l'a<1.petto militare cioè. Col che non s'esclude che spunti d'idee politiche, impulsi di opposizione, fremiti di simpalia per le vittime della tirannia non lo avessero agitato di quando in quando anche negli anni precedenti, nè che, militare di professio!1e non :tvesse potuto prospettarsi il problema tee• .nico della indipendenza d'Italia; ma certo non era mai salito, ancora, dal– l'episodio, alla visione generale, nè dalle singole questioni militari o po– litiche alla grande <Jnestione che ap• passionarn in quel tempo le èlites delle classi colte italiane; adorava, sì, in tutti i suoi aspeHi ln libertù, ma queste avvertite, anzi impellcuti esigenze di libertà non gli avcvan~ dato per anco figura e imposLazionc di liberale: tutt'al più di ribelle>) .... « Grandi virtù prospettiche, di tele• visione, diremmo, creale, storica• mente, dall' emigrazione politica, e per le quali soltanto, chi pensi agli ultimi secoli della storia italiana, varrebbe la pena di andar grati ai re– gimi tirannici! che sareh.be stata la

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