Volontà - anno X - n.8 - 30 maggio 1957

democrazia, il nostro primo obiet– tivo per poter costituire su scala sempre pii1 vasta, internaziono.lc , l'unità dei lavoratori d'ogni catego• ria e d'ogni lingua, che è il prcsu1>– posto necessario per nbbatterc alle radici l'ingiustizia e la tirannide dcl- 1'0,•esl. Chè, se è vero che l'Est ci offre oggi lo spettacolo della banca– rotta del 5ocialismo autoritario, non bisogna dimenticare chi! permango– no, rafforzate anzi, le ragioni di critica alla società occidentale che equh•ocamente si definisce democra– tica. Sotto diverso aspetto, all'Est come all'Ovest, è ormai troppo di(– fuso il malcostnme del totalitarismo negatore dell'individuo, J>rima cel– lula della vita sociale: nell'organiz– zazione dello tato come in quella del lavoro, nella struttura dei par– titi come nella coscienza degli uo– mini sempre pii1 passivi di fronte all'immenso organismo che li in– ghiotte e li opprime. Contro questo mostro noi prospet– tiamo la libera federazione dei li– beri Comuni, la Società senza Staio, nella <1ualc soltanto gli ideali cli giu~tizia so,.:iale e libertà poli1ica possono realizzarsi. Solo questa visione dell'uomo e della societì1 futura potrit rendere costrutti,•a la quotidiana lotta per la soluzione dei problemi contige111i; poichè solo in essa l'interesse del– l'individuo e tlellc singole categorie è annonizzato cou quello della co– munità, cd il fine si va via via at– tuando nel metodo della libera, mol– teplice sperimentazione. Perciò, se anche la situazione at– tuale non ci consente le clamorose vittorie d'altri tempi nel campo riel la,•oro, molto pil, importante oggi, anche se non appariscente, è la no– stra opera tesa a svegliare In coscien– za degli individui: t·ontro il mito marxista pretesto monopolizzatore del socialismo, contro la reazione borghese che sulle rovine di quel mito pretenderebbe porsi a paladina di libertà; riportando alle fonti pu– re del socialismo libertario le molti– tudini oppresse e deluse, sulla via del la umana emancipazione. M1CHELA BrccHIEm INDISSOLUBILITA'DEL MATRIMONIO Se i11I1nlia non esiste il tli\·on:io è J}Crchè ogni inizia1iva 1c11Jc111e atl oucncrlo '-' stm11re for1cme111eos1acob1a dulia Chic.sa Cauolicn la quale, 11011 con1cn1a di dichiarare che il matrimonio è incliliolubilc per i suoi Ce,leli, tnle lo \ uolc 3nche 1,cr chi non è ('8110lico. Essa preferisce, acl unn scpnrnzione chiarn ccl oncs1n, che dia modo a tanti infelici di rifan.i un'altra ,itn familiare, nella chiarez:u, le situazioni immornli eJ irre– golari di tnnte unioni (e purrhè costoro siano Jci fedeli tanoliei a,•ra11110anche l'asso• luzione). :\fa 11011C Yero che il matrimonio sin indissolubile 11ep1mre per la Chiesa Cauolic.:i, poid1è tuui gli :u111ila Sacm Rota JJtommcia sc111cnzc di an1111lln111cn10 di matrimoni (2ll 11cl1956). La \'Cri1à è che. nnche in qucs10 cnm1,v in cui soli giudici do\'tcbbcro es• sere gli interessati (cioè i 111nri1ie le mogli), la Clucsn vuole, invece, essere In sola com– l)Ctcnle n pronunciarsi sullu H1lidi1i1 o no Jci m:urimoni. Ed il Conconla.o, Jmrlr0JJpo, assieme n 1a111cschinvitù di noi i1alia11i \'Crso la Chiesa, include nnche <1ucs1aricono– scendo che i tribunali ctclcsiasliC'i 110110 i soli eom1>ctenti a giudicare dc.ll 'invalidi1à o meno dei mntrimoni celebrali ~eto111lo il culto canolieo e rcgis1rn1ì nello s11110ch•ile•.. 4-11

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