Volontà - anno X - n.8 - 30 maggio 1957

spettivi periodi rivoluzionari, dove intere popolazioni per nulla orien- 1ate politicamente, una volta fran– tumato l' apparato statale di forza, seguendo l'esempio delle minoranze anarchiche, seppero vivere anarchi– camenta, difesero quel sistema di vi– ta contro lo strapotere e la violenza dei fascisti e d'ei bolscevichi che vollero soffocarlo nel sangue, e an– cora oggi tengono desta, col sacrifi– cio di tanta gioventù, la lotta contro iJ franchismo. Con Ja ripubblicazione di queste lettere in un periodo in cui le va– rie centrali poli1iche rispolverano il mito dell'unità sindacale onde ri– salire la china dell'impopolarità e del fallimento e rinconquistare il con troll o delle masse per i loro fini lii manovre p0Jiticl1e e parlam~nta– ri, noi intendiamo of{rire ai Javora– tori (sopratnuo alle nuove genera– zioni che il _fascismo ba tagliato fuo– ri dalle esperienze sociali), gli ele– menti ne<:essari alla comprensione di questa vecchia turlupinatura che si vuole ripetere ai loro darmi. Il lettore noteria alla fine della 6... lettera che la discussione non è giun– ta a termine. Probabilmente Van– zetti ne fo distolto dalle complica– zioni elci processo che si andava svol– gendo a suo carjco; in ogni modo, però è ben facile individuare, auch•~ al punto in cui rimane, 1a posizione llel'J'anarchismo di fronte aJ proble– ma !!iadacale. Resta solo da chiari– re, per il lettore che non conosca I" ideologia anarchica, un concetto che nelle lettere resta senne impli– cito, tratlandosi di una discussione tra anarchici, pur se di tendenza divenm. -140 Ci si domanderà: in che consiste l'azione diretta da voi propugnata? O ih termini più precisi: cosa pen– sate di poter fare di concreto voi og– gi, nella situazione attuale? Cosa proponete a noi, uomini e donne che abbiamo a cuore la nostra eman– cipazione? Rispondiamo: Nel quartiere in cui ,·iviamo, nel– la fabbrica in cu.i lavoriamo, .nelle associazioni che fre<1ucntiamo, noi abbiamo in comune con altri indi– vidui dei problemi della cui solu– zione non ci occupiamo noi stessi,. poichè sono statj devoluti ad una burocrazia sempre più inpenctrabi– le e ccntralizz.'.lta che li risoh•e ma– le o non li risolve affatto. Cerchia– mo di aprire la discussione in pro– posito coi nostri vicini, coi nostri compagni di lavoro e di associazio– ne, con coloro, insomma, che sono cointeressati ai nostri problemi; di– mostrando in pratica come questi non siano superiori al nostro com– prendonio e alla nostra capacità di risolverli, quando riusl"iamo a libe– rarci dalle assurde ed infinite sugge– stioni e sovrastrutture dei preti e clei politicanti. Adoperiamoci per far risorgere l'«ssembleo di fnbhrico, e di quartiere, nelle quali tulli gli jn1eressati prendano parte attiva al– la discussione ac<p1istando coscien– za che da loro stessi (e soltanto da loro stessi) può venire la concreta soluzione dei loro problemi, dando ciascuno la propria opera - libera– mente assunta e però mantenuta con jmpegno - coordinata a quell9. de– gli altri sulle basi del reciproco ri– spetto e dell'uguaglianza morale: sarà questo il crogiuolo dell'intesa fraterna degli individui e della vera:

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