Volontà - anno X - n.6 - 1 febbraio 1957

mandarmi più pubblicazioni anarchiche fi– no a quando non c'è un deputalo, un 11e– na1ore o un minis1ro anarchico. Per gli anarchici è necessario vo1are e mandare un auarchico al parlamento. Quesla è fa migliore propaganda anarchica... L'1mar– chico sogna e si culla nelle nuvole, invece bisogna avere i piedi sulla terra. La iilttm• pa anarchica non la i111endccosì. Milano, 20 gennaio 1957 P. B. Qualche le1tcri11adi questo genere, di lanlu in tarilo, è 11C<X!ssuria perchè mene di buon umore. P. B. non ha capilo che l'outorilil è alla radice di tutti i mali sociali. Bi1Sog11a, quindi, 11011 subire nè esercitare l'autorità. Un deputato, u11 mi,iìstro, un senatore ac– cetta una delega di potere (delega dw è ,ma pura me1uog,1a), accetta c/ie un da. k> numero Jj perso11e rimmd a Ct>rC(lre la $olu=ion-0di problemi cfie lo riguarda di– re1tamc11ree ad assumere respomiabilità che derivano dall'impegnarsi direuame1lle in un dato compito. E questo è assai grave percliè 11e dcrivo,10 i111:r=ia e paMivitti. No,, è deuo c/ie i deputati o i mi11is1ri siano i più indicati a risolvere problemi riguar• da11ti, per es. il lavoro, l'insegnamenlo, l'arte o la tecnica. Sembra più logico c/10 i più indicati siu110coloro che sono impc. st1ati i11q1,el dato campo e 11e11011110 la capaciltì e le competenze. Ma a parie tutto questa (cf,e è un gran– de male, ripetiamo), noi sosteniamo d1e il potere è corruttore 1111110 per dii lo es-crd– ta ,11.antoper clii lo subisce. La divisione della rio.strasocietà in servi e padrrmi è lo diretta comJeguemm tk/l'eserci:.io di pote– re da parie di un piccolo 8ru.ppo che cre• de di poter Jare e dire per Wtri. Non pen– siamo d1e le cose vadano ma1e pcrchè al iaverno o a capo dei partiti, delle ChiC$e o delle. orga11i:;zazio11i ci siano tali uomini piuttosto e/te i /al allri. 1"Vo, è la macchina del potere che cos1ringe coloro che il po– tere esercifano ad agire in quei dati modi. Cli apparati condì:ionarw, quando ,wn stritolano, ili uomini. Se accadeMe che M4 anche anarchici sali:uuo lassù, non fareb. bero 11è meglio llè pesgio di quello che har1no fatto U4lti i loro predecessori. Ma è un'ipotesi ch,e speriamo non si avveri mai, cosicchè il nostro corrispondente c.on – ti11ueràa non leggere la SUJmpaanarchica.•• DimiHioni dal P. C. L'VJII Congresso del Partilo .•• ba parla• 10 a lungo di u via italiana del socialismo •= ma l'unica via che dal Congresso si. è de• lincata è quella che conduce driui dritti all'abdicazione, all'opportunismo parlamen• tare, al riformismo, e, prima o poi, come inevitabile e logica conseguenza, al uadi. menlo della claSiie operaia. ••• Ci iscrivemmo al Partito comunis1a ob– beclemlo tuUi ad un'imperiosa scie di giu– stizia sociale, di fraternità, di liberli:I, di U• 1;:uaglianza. ... Il partito degli lngrao e dei Lajola, dc• gli Amentlola ~ dei Toglialti, del comodo J>arlamentarismo, del compromesso J>Olitic• più impude111c, delln rinuncia ideologica, uon può essere più •. , il partilo della classe operaia, il partilo di Lenin e di Cramsci. .•. L'Vlll Congresso ne è una eonleruu irreforabile. Per ques10... obbedendo all'ir. rcsis1ibile richiamo della nostra coscienza umana e politic:i Ji comunisti, siaruo co– stretti a lasciare quel Partito che iu IUlla buona lede e oneiltamenle crediamo di a– \'Cr servilo per ohrc dieci anni ... Ascoli Piceno, gennaio 1957. (seguono le fìnne) Abbiamo tolto questi brani do u.110 le,– tero che ci è giunta di dimissionari dal Partito Comunista di Ascoli Piceno, i quali nun trovando ospi1ali1ù nei giornali comunisti sono costreui a chiedere l'ospi– talità ad allra stampa. Saranno poi accu– sati, dai loro ex-compagni, di essere dei Ira• ditori, dei «detriti», delle u /radice t:e• le » ccc. E si sa che queste acw.se c.o.1ti– tuisccmo un ricallo per i timorosi i quolì, pur ,ion avendo più fiducia nel partito, ri-

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