Volontà - anno X - n.5 - 1 gennaio 1957

la dominazione diretta delle armate sovietiche. L' atteggiamento dei governanti russi, {u per rnolto tempo incerto; ma vi si potevano distinguere due possibilità strategiche e politiche in– termutnbili. L'una, poteva consiste– re nello stabilire intorno all'Unghe– ria insorta un solido corcloue di for– ze, che l'isolasse dal mondo dei sa– telliti, e lasciasse iJ paese « cuocere nel suo brodo». secondo la tattica di ritirata praticata da Thiers nel 1871. Mentre che delle assicurazio– ne sarebbero date ai Cechi, ai Po– lacchi, agli Yugoslavi, ai Romeni, ai Tedeschi dell'Est, come premio alla loro (edeltà politica, avrebbe potuto 1>repararsi un ritorno offen– sivo in Ungheria per il giorno in cui la lotta delle fazioni, sapientemen– te intrattenuta, avrebbe ifinito d'im– putridire una Ungheria devastata, divisa, demoralizzata. L'altra, con– sisteva a marciare subito armati con– lro gli insorti e ristabilire l'autorità del governo pro-russo, che in segui– to sarebbe possibile di rimaneggia– re secondo i bisogni della repressio– ne e secondo la necessità di disten– sione (o di indurimento). È qne• st'ultirnn tattica che è stata infine utilizzata, con una doppiezza ed una brutalità incredibili. Ma il destino dell'Ungheria, CO• mc quello di tutti i Paesi della Cor– tina di ferro, non è unicamente so– speso a misure politiche e militari. La radice sociale ed economica delle rivoluzioui passate, delle agitazioni attuali e dcli' avvenire prossimo o lontano di questo paese, è la queslio• ne agraria. onostante tutti gli sfor– zi impiegati da qua.si quarant'anni 230 dal bols<'evismo, da1>prima per hn– padronirsi di paesi industriali, poi per industrializzare un impero che ha preso le proporzioni di un cm.i• sforo terrestro, Mosca, fino ad oggi, non domina che nazioni in maggior pnrte rurali e contadine alle quali ha inforto, prima di tutto, il colpo di una liquidazione legale dei pro– prielari fondiari come classe, con la di.stribuzione di terre, poi ba spin- 10, con o senza il consenso, nella via della stat.izzazioue dcli' agricoltura, con la penalità economica e socia– le dello sfruttamento (amiliale e con l'introduzione massiccia delle forme burocratiche e militari preconizzate da Marx (la famosa « nrmata della formazione agricola » nel Man.ifcsto Comuriisla). Ora, (malgrado l'esperienza ten– tata dalle autorità militari tedesche nel 1914-1918 nei paesi occupati che tendeva a rinnovare i sistemi dei Fa– raoni e degli Jucas) ]a burocrazia ed il militarismo sono inapplicabili al– l' agricolwra; è lo sCruttament.o Ia– miliale completato da un'organizza– zione cooperativa volontaria che, ai nostri giorni, è la fonnula normale e naturale della messa in valore del suolo colLivato. Invano i partiti co– munisli si accanirebbero ad impor– re un incasermamento delle masse contadine, dividendole socialmente contro la loro stessa volontà, sotto– mettendole alle pressioni del diri– gismo economico, o della discrimi~ nazione e del terrorismo politico. Finchè essi non abbandoneranno de– finitivamente il sistema dei Kolkos dei sovkhos, (e degli Agroville cari a Nikita Krusciov), cioè finchè non cesseranno di essere comunisti in materia agraria, i marxisti si urte-

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