Volontà - anno X - n.5 - 1 gennaio 1957

RECENSIONI ALBERT CAMUS LI chute Edit. nrf Callimard, Paris, 19S6• Non imiteremo certi critici let1er11ri e ci– ncmn1ogr11ficiche, del libro o del film di cui vogliono parlare, incominciano con il dirvi le loro impreuioni ed i loro giudizi (ciò che li mene in una posizione di 1u– pcriori1it di fronte nl po,·ero profano che, ignornntlo tulio, non 1mò capir nitrile in quello che legge): noi, ,·ogliamo, innanzi– muo, ptirlan•i della 11ori11 contenuta in questo dinlogo-monologo che è l'ultimo li– bro cli Alberi Camu1. ln un lrnr di mnri1111i di Amslerdam, il Mexico-city, 1ro,•iamo, seduco ad un tavo– lo, davanli ad un boccale di birra, uno s11·ano pCN011aggio che ha la mania di in– terpcll:1re mohi clienti di quel locale. An– zi, di que11111mnnin 1111 fotto l:t 11111pro• fessione e non gli manca nè l'elo<111enza del buon bevitore, nè quella della 1ua ex– professione di a\'\'Ocato. Ad uno di essi racconta la 1ua viln. Egli è un ex-avvocato di P11rigi, celiba- 111rioin tulla la fon:a della sua età, sodi– sfauo di se steuo J>erchè durante la sua vila non ha fallo che del bene (o almeno ciò che egli credeva fosse bene). Aveva eserci1a1a la 11rofcssione di a,•,•oea1Ocome una missione, difeso le cause nobili come quelle della ,•edova e dell'orfanello, cer– e.aro scm11re di sah•are gli innoce.nri e di aiulare i deboli. Nella ,•ila quo1idia11a non 284 gli m:mcanno occasioni, sia in pubblico che in privato, di euere compiacente e di aiutare il suo prossimo: aiutna i cieebi ad attnwenrnre la s1rada, cedeva il suo po• 11toa sedere in autobu5, dava un pasuggio sulla su:1 automobile nei gionii di sciope• ro ecc. e se l'occasione di rendeni utile 11011 si presenuwa egli 13 cerea,·a. A,·eva, 11crciò, mille ed una ragione di eHere 10- disfalto di sè. « lo vivevo, tlmu1ue, ,eri::a ohra continuirci che quella, giorno per siorno, di me-me-me». Ma una sen, passando su uno dei pouli della Senna, gli pan•e di udire uu rito 8J>rezzan1e cd un poco dinbolico e ne ri– nuue fortemente impressionato. Un altro giorno 11i prese. ingiu5tamcnte ma senza reagire. schiaffi da uno sconosciuto e que- 8t"nt10 insignificante in se 111euo lo fasciò umilin10 e con un desiderio in31odisfo110di punizione (egli che aveva 8empre creduto che si potesse facilmente 11erdonarc). Una altra none. si 1O11r:isseal dovere di porta– re ai1110 ad una donna che &i era genata nella Senna (mentre spcHe vohe si ern au• gurato una t1imile occasione per poter di• mos1rare il proprio coragsio). Ed infine, durante la guerrn, in un campo di concen– tramcn1O in Africa, dove egJi era stato no• minato capo (Papa egli dice) 11erehè go– deva la 8timn di 1uui i &uoi disgraziati compagni, btwve l'acqu:1 di un agoniun111e 1 .en1uadendo1i che • &li altri (coloro che continuavano a vi,·ere) oveva110 bi1og110 (di lui) pi,i di colui che, in tutli i modi, sa– rebbe morto. (E' così ... clic no.scono gli imperi e le chie,e, ,otto il ,ole dello mor– te)•· Incomincia :t dubit:tre di lullo: della su11 bont3, dei principi 111cui a,·e,•a costruita 1u1Ulla sua ,•ila, Ed è il fnllimento, la ca– duta dall'alto dove egli 1wevn 11empre 11pa– ziato e do,·e :1vrebbe volu10 sempre rima– nere. Gli era r~dle fnre del bene come av– vocato J>erchè le colpe o le ,ofTercnze al- 1rui non gli procurnvano neHun danno. E– gli era situato dalln pnrte privilegiata della barricala e non eorre,•a ncHun rischio. Ma, infine, egli si chiede, che cos'è il be– ne e che co1'è il male? E chi ha dirino di

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