Volontà - anno X - n.5 - 1 gennaio 1957

Domani sarà un altro giorno. Al primo piano si sentono delle grida soffocate, dei passi rapidi: qualche ragazzo che si diverte andando a let– to. Poi più niente. Tutti dormono. È l'indomani che incomincia vera– mente Ja vita in comune. Ci si alza in tempi diversi; certuni alle sei so– no già impazienti di scendere. Altri sono più ritardatari e se ne vedono sem1>re uno o due, con la testa ar– ruffota e gli occhi velati, recarsi con un passo malsicuro a lavarsi, men– tre la !avola è pronta per la colazio– ne. La stessa cosa accade per il man– giare: si conosce in anticipo il ritar– datario, <1ualche grosso bébé che non sa ancora tenere bene la sua for– cheua. Per fortuna che non è una colonia come le altre. iJ?'erchèallora, guai ai lungagnoni ! Qui, qualche 8chcrzo degli adulti o degli altri ra– gazzi è sufficiente. C'è anche qual– che nitro piccolo problema da risol– vere. Per esempio il servizio della tavola e la pulizia delle camere. Al princi1>io c'è del disordine. Allora il « comitato dei grandi» ha (auo at– to di autorità, distribuendo <1ues1i piccoli lavori a turno. Questa distri– buzione è poi poco seguita, e si vedo– no sempre dei volontari sostituire coloro che sono più o meno C.reddi ... C'è pure qualche piccola lite, ma fi. niscono non appena incominciate. D'altra parie si diventa sempre me– no battoglieri in questo clima di pa– ce. Perchè ci si litigherebbe? Un pò per non perdere l'abitudine, ecco tulio. Mn lasciamo que!'-to e parliamo piu11os10 delle distrazioni. Un gior– no su due, si va al mare. È innanzi– tutto un buon esercizio di marcia, perchè il mare non è a due passi. 2i6 Bagno di sole sopportato impazien– temente ... Poi tutti nell'acqua come delle anitre, anche gli assistenti, e i più ragazzi di tutti non sono coloro che si crederebbe. I più piccoli si divertono in poca acqua, i più gran– di cercano qualche nuovo modo di nuolare. Che lavoro poi per uscire dall'acqua. L'uno Bpinge l'altro, in– fine ci si arriva, Ed è il ritorno un pò penoso, ma punzecchiato dalla prospettiva della « pasta asciutta ,, che ci aspetta lassù a « Casa Sere– na ». rei pomeriggio, siesta, poi pas– seggiata nell'inlerno della penisola. La sera, veglia con giochi diversi, oppure con cinema: i piccoli ftlms di Charlot in particclare, hanno un vivo successo. Poi, come sempre, trambusto nel– le camere. A:la anche le migliori co– se finiscono e ci si corica finalmente. E cosi scorrono i giorni senza sto– ria di questo 1>opoloCelice. Avvenimenti: vi.sita a Capri e a ,Pompei. Un bel giomo, si scopre che non rimane che una settimana da passare <fui. Credo che tutli siano un poco tristi: bisogna riprendere la monotona vita cittadina o quella penosa della campagna. Ma si pensa ai propri gcniLori e se ne è mezzo confortati. Il grande giorno arriva, si è pronti, si pa['le in gruppi con gli assistenti per le diverse regioni. E « Ca.sa Serena » rimane vuola del ru– more delle voci di ragazzi, fino al– l'anno prossimo. Mll tutti si ricorde– ranno lungamente di « Casa Serena » e questo ricordo li aiuterà a soppor– tare molte preoccupazioni, grosse e piccole, durante i loro mesi di lavo– ro arido. POLIN

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