Volontà - anno X - n.5 - 1 gennaio 1957

vicini collaboratori, pur se molte, troppe cose non sono state dette e forse non lo saranno mai, il X,-X. Congresso del PCUS non ha segnato solo In con– damin del cosi detto « culto della personalità » ma quella, beo pii1 grave t importante, dello stnli.nismo e dei suoi sistemi, di m1 orienrnmc.nto poli– tico, cioè, e di m1 regime che col socialismo non hanno nulla in comune, che ne sono, anzi, Ja negazione e l'antitesi . ... All'interno dell'Unione Sovietica In demolizione del mito di Stalin, pur se cffcthrntn dall'alto e senza alcuna partecipazione della base del 1rnr– tito, comincia a dare i suoi frutti. on piì:1 atterrita, senza pili lo spettro della galera e della deportazione, grata a Krusccv e agli altri dirigenti per la loro coraggiosa iniziativa, la gente riprende, sia pur lentamente e quasi con circos1lezione, a pensare, a parlare, ad' esprimere le proprie idee. Essa si interessa a ciò che avvieue nel mondo, vuol sapere, vuol leggere, cerca libri e gioniali s1ranieri. E' il disgelo, è il grande cuore della Russia che ricomincia a pulsare, sono i giovnui che si affacciano alla vila e In trovano interessante e meravigliosa così come è oggi, quanto diversa da quella del periodo staliniano, dominata solo dall'ignoranza e dal terrore. Gli scioperi nella fnbbrica Kagauovic e in altre officine di l\tosea e di Leningrado; le manilestazioni degli studenti in favore del popolo unghe– rese; le discussioni e i contraddillori nelle università e negli istituti supe– riori i l'apparizione di giornali di giovani, battuti a 1nacchina o ciclosti– lati, 11011 autorizzati nè incoraggiati ma nemmeno 1>roibiti e perseguitati; le proteste sempre pili [requcnti e vivaci contro certe forme pili esaspe– ranti del realismo socialista nella letteratura, nelle arti, nel cinema, ecco solo alcuni dei fatti che ci autorizzano a pensare che molto sia cambiato o stia per cambiare persino nell'Unione Sovietica. li XX Congresso del PCUS hn aperto nuove prospelti,•c, ha sollevato un lembo della cortina che lo stnlinismo aveva abbassato per isolare il paese del socialismo, ha comincialo a far penetrare tra i popoli dell'Unione So– vietica la cultura occiclentale, la scienza occidentale, l'arte occid'entalc. I risultati di questo av,,iciuamento non tarderanno a nrnnilcstarsi. E non tar– dcri, a manifestarsi il bisogno di maggiori libertà, di una pili completa in– lonnazione, di una conoscenza pili approfondita del modo di vivere degli altri popoli, del loro pensiero, delle loro forme economiche. ln Italia, come iu Francia e negli altri paesi capitalisti, le cose sono andate diversamente. Il rapporto Kruscev con le sue impressionanti rive– lazioni sulla catena di Cucilazioni, di soppressioni, di torture, di deporta– zioni che ha accompagnato e caratterizzato l'epoca staliniana, ha sconvolto e ntterrito coloro che lo hanno letto. Erano dunque vere le cose che la stampa rcaziOnaria aveva deuc pur con minori par1icolari e, naturalmente, cou minor colllpctenza di Kruscev? E le mirabolanti descrizioni del « pa– radiso sovietico>) che la stampa comunista aveva ammannito per tanti anni ai suoi fcd'cli leuori, e i ditirambi cli Togliatti e degli altri dirigenti del partito che, di ritorno dai loro viaggi nell'Unione Sovietica, dalle loro va- 265

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