Volontà - anno X - n.5 - 1 gennaio 1957

battaglia. Ho visto un uomo di 70 anni, che giaceva sul marciapiede, con un pezzo di pane in mano. Era stato ucciso da un carro armato so– vietico mentre usciva dal negozio di un fornaio. Parlavo di un comunica– to sovietico e dcli' emissione radio controllata dal « governo operaio e contadino>>. 'Testimoniavo che non vi era « il terrore bianco » in Uu– gheria e mi domandavo « se l'inter– vento sovietico era necessario per schiacciare la conlrori,•oluzione ». Come ci si poteva spiegare che una delle pili dure resistenze fosse stata opposta dalla classe operaia a Ujpc;t e a Csepel? Come si poteva spiegare la dichiarazione degli operai di Sz1a. linvaros nella quale essi si impegna– vano a difendere contro l'invasione sovic!ica la fabbrica e le case costrui– te con le loro mani? Descrivevo una visita al quartiere generale di un gruppo di guerriglieri uel 7. quar– tiere di Budapest, e registravo la riapparizione nelle strade, ai J>OSti cli controllo, dell'odiata· polizia se– greta. Ancche <1uesto terzo articolo non venne pubblicato. Debbo dire che la rivolta contro il sedicente governo comunista di Un– gheria (u sostenuta dal 99 per ceuto della popolazione, ivi compresi un gran numero cli onesti comunisti di base. Nessuno voleva che l'esercito russo restasse in Ungheria, nessuno voleva la polizia segreta, gli unghe– resi ne avevano abb3slanza dell'uno e dell'altra. li popolo magiaro è sta– to vittima di una tirannia e di una oppressione che si erano camuffate dietro le bandiere del socialismo, di un partito comunista corrotto, di– vorato dai carrieristi, di una polizia segreta superpagata: i S\lOi ufficiali ricevevano uno stipendio dicci volte 236 superiore al reddito individuale me– dio, i suoi uomini una paga tre vol– te superiore; costoro imprigionava. no, torturavano, assassinavano colo– ro che erano insorti contro uno Sta– to burocratico. Con <1uesti mezzi so– no stati imposti ali' Unghe,Tia gli aspetti pili deteriori del regime so– vietico. Il pericolo cli una controri– voluzione non è mai esistito. I co– munisti austriaci mi hanno detto che prima del 4 novembre 2.000 emigra– ti, aJlcnati e armati dagli americani, erano entrati nell'Unglicria occiden– tale per combattere e suscitare una rivolta. Ma il potere restò nelle ma– ni del popolo armato, perfcttmncn– tc cosciente del pericolo cli una con– trorivoluzione e perfoltarnente capa– ce di schiacciarla. La dittatura poli– ziesca era così marcia e detestata da tutti che crollò come uu castello di caria appena il popolo si levò in piecli. Molti rivoluzionari, comuni– sti e non comunisti, speravano di arri.va.re a una Ungheria democratica e realmente socialista. Ma le loro speranze furono distrutte dall'inter– vento sovietico. Otto giorni fa, a Vienna mi furo– no offerte 1000 sterline perchè scri– vessi, come un rinne:;ato, sull'Un– gheria per una catena di giornali american.i. Risposi che non avevo af– fatto l'intenzione di lasciare il par– tito comunista. Voglio combattere all'inlerno del partito, per un ritor– no ai principi socialisti, per l'one– sta politica e per nna vrra solidarie– tà internazionale. Questo implica una rapida e franca condanna dei crimini commessi da coloro che si fanno chiamare comunisti non meno che dei crimini degli imperialisti. PETER FKYER

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