Volontà - anno X - n.3-4 - 1 dicembre 1956

Oggi in Ungheria domani in Italia. L'ammonimento si rinnova in ogni più diversa siuuizione. Ed oggi, oggi che le frontiere son, divenute illusorie, che la guerra può giungere ad ucciderci dal cielo che è di tutti e senza confini, vale per ogni popolo, nelle É>iùdiverse condizioni. Assistere inerti si sa a che cosa conduce. E' suita l'inerzia. dei popoli nel tempo della guerra civile spagnola a far vincere Franco. E' ora l'inerzia dei J>Opolia restringere l'iniziativa nel– le mani dei vari Grandi Suitisti che, pazzi di potenza, non riescxmo più a vedere le strade umane. Bisogna che ciascuno, uomo e donna di ogni paese, senta la vergogna del tollerare oltre il sistema di 1,·assallaggioper cui gli algerini debbono sottomettersi a politici di Parigi o i polacchi a J>Oliticidi 1 Mosca o gli ita– liani agli stessi professionisti del Cremlino oppure a quelli di Wasliington, sen.z'altra scelta. Questa assurda divisione del mondo in blo.cchi in sfere d'influenza, che son di per sè sorgenti continue di disunione e di incomprensione, deve pur cessare. Ma non cesserà ad opera dello Spirito Santo. Bisogna che prima di tutto io te e lui decidiamo di considerarla nen-esi– stente, ciascuno per sè, che ciascuno ragioni e decida fuori degli schemi fal- 50mente logici che gli preparano i politici. Ognuno si senta come Sorite Zennaro, ariche se non. sappia affrontare come lui il sacrificio maggiore. V'è sempre modo di operare in sensi di li– bertà. Anche solo aiutare il proprio vicùw a veder chiaro è un valido con– tributo. E costa così. J>OCa f tica. Se si pensa a chi ancora sta'battendosi in Ungheria come si fa a non volere almeno questo, lo sforzo di veder chiaro, àa sè ed insieme al prossimo nostro? Si.amo sull'orlo del caos. E nessuno di noi ha /or:::ache basti a scon• giurare il baratro, se i pazzi che comandano decideranno di precipitarvi il nostro mondo tutt'intero. Ma anche così. rimarie valida l'an.tica verità che gli anarchici vedon chi(lra da sempre: il possibile freno di oggi, i possibili avvii a rinascita di domani, tutto dipende i,1, primis dalla persistenza di pensiero giudizi volontà iniziative personali libere ed associate. E' questa la sola medicina eterna per i nostri inevitabili errori, chè in .essa s'esprime il meglio dell'umano. L'attività competitiva, la tolleranza, la tensione uerso libertà via via più concreta ed estesa per sè e per il prossimo, son tutte formule illusorie se non si animano nelle persone vive, singolarmente esistenti e pur insieme esistenti, cioè per ciascuno di noi in se stesso e nel suo prossimo. Ma quando -cW accade, nulla più fa paura. Con quest'animo, neppure il caos fa paura. An=i, ,wi sappiamo che dal caos potrà risorgere un mondo migliore, se Io vorremo. V. 133

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