Volontà - anno X - n.2 - 1 settembre 1956

ltma d-isfuggire alla catastrofe, ad li• na morte precoce. In tempi, in cui il progresso tecni• co-meccanico, ha cercato di ridurre al minimo la fatica bruta del lavora- 1ore e i miglioramenti della condi. zione di operai sono una necessità che nçssuno osa più negare, esiste an. cora la figura rapace, avida del capi. utlista negriero. Come sempre, in simili occasioni si parla di inchieste e si fanno pro– messe. Ma Jascieranno il tempo che tro,•ano. Lo stato in cui si trovano le minie– re del Belgio non è 1m mistero per ,nessuno. Nou si può quindi credere che i governanti belgi, i dirigenti elci partiti, dei sindacati, i giornalisti {che hanno un'arma cosi efficace di infonnazione nelle loro mani) ab– biano ignorato fino ad oggi che nel Belgio esistono <(miniere pericolose)). I respons:1bili, quindi, della catastro• fe dj Mnrcinelle, se sono tra Le Clmr• bomwge, sono pure tra tutta <1uella gente che lrn dei posti di responsabi. Jità e che, con la sua omertà ed i suoi silenzi, ha tollerato un simile stato cli cose. Noi italiani potremmo chiedere che cosa hanno fatto le :mtorità con– solari, quelle di emigrazione, i sin– dacali italiani esistenti nel Belgio e sopratutto le organizzazioni cattoli– che ACI, CISL, ONARM, i preti, il giornale di lingua italianj Il Sole che si stampa a Bruxelles, che è ospite della Confoderazione dei Sindacati Cristiani (alla quale fanno capo le tre organizzazioni che abbiamo dette) e che pare finanziato dalla Nunziatu– re Apostolica della capitale belga. Non diciamo che sarebbe stato tW dovere da cristiani ma semplicemen• te un dovere umano difendere i dirit– ti e la vita dei nostri clisgraziati e. migranti. Invece, tutti avranno sol– •lecitato l'adesione al proprio sindaca. to o ad un 'organiz;,,.azione, avranno fatto un poco di carit~ in cambio di un altro poco di avvilente ubbidien– za. Del resto, per vedere come lutt.i (e specialmente Je organizzazioni catto– liche) difendevano i nostri lavoratori, riportiamo qui un passo della corri– spondenza che Umberto Stefani, di– rettore del giornale Il Sole inviava al Corriere della sera, de.I 10 febbraio 1956: Una certa JJCrplessitcì hll, destato la 110tizia che un fun:ionario del nostro servi:io di emigra.zione è stttto i11cll– ricato <lttlle autoritcì it<tliane di ese– guire u,1,'i11.dagineper stabilire quali siano le miniere pericolose, onde et;i,. tare che in esse vengcmo impieg<lti minatori italUmi. Lc1, port.ata del provvedimento non è ancora chiarc1,; comunque da parte delle autorità belghe si fa rileva.re che una distin– zione trt1, miniere « pericolose » e « non pericolose )) porterebbe inevi– tabilmetue acl wui diserzione in nws• sci d((lle prime. La diserzione dalle « miniere peri. colore » è temuta, mentre dovrebbe essere voluta. (Tra parentesi ricorcliamo che il grande <1uo1id.iano milanese pubblicò senza nessun commento Ja corrispon– denza da Bruxelles di U. Ste. In oc– casione rlj Marcinelle avrà certa• mente unito la sua autorevole voce al coro di dolore e di proteste della grande stampa. Chi oserà, dopo tutto questo, negare Ja nobiltà della pro• fessionc di giomalista?). 69

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