Volontà - anno X - n.2 - 1 settembre 1956

RECENSIONI NICCOLÒ TUCCI li segreto F.d. Carxanti, giugno 1956. Premialo a Viareggio come • Opera Prima », « Il Sei;reto » lii Niccolò Tucci C una rnccoha di dicci ra,·conti, che pren– de il 1i1olo dal J>rimo, il quale è - mi sembr:1 - 11nche il più bello, il più ,ue– c-oso e co11111le10. Quasi tulli i rncconti sono aulohiogra– fìci, ed h1mno il fasti no proprio di w: se• gre1i • ,,·clati ai leuori. Segreti chf' ven– gono alla luce colorando di sorrisi, ane– liti, nostalgie, 1n noia allucin:rnle e la dure1.za crudele di due mondi op11osti ed ugualmcnlc opprimenti: la J>ro,•incia IO• scana per i primi raccon1i, e New York per i;:li altri. In un J)nCse della cam1,ai;na IO&e:tma, do– \'C il 1rndre medico 1111una condom,, si s,·olgc il 11rimo racconto, che è un ri– cordo d'adolescenza, e un'accusa ai mcto• di educati,•i di geni1ori an;osciati da pre– occupnzioni economiche, 11111 rigoroai nel rispetto nlle buone regole del conformi• srno: « ... n piedi nutli no, con le ,carpe nemmeno ... :o. Niccolò e i suoi fr111c.llinon po1ev:1110neppure pcns.are a qualche pas• seg1ti111a, J>Crnon confondcrs.i con i cont3• dini andando a piedi nudi, e 1.crchè su per le mon111gnc le scarpe ,i consumano, e comrno care. Oi,•er1imcn1i cos1osi no, divcr1imc,11i semplici nemmeno, lo vita di un quindicenne ar1lcnte e vivace si ri– duce,•1 a sogni fon1auid o a sem1llice 124 contemplazione di bei pacuggi, nei quali ti inquadrava in modo stravagante la cul- 1ura umanistica che gli ,·eniva imposta, animandoli, Ma qucs10 gullo con1cm1>lativo non era ca1>ito dal J>adrc, nè dn alcun altro, al– l'inruori del fratello minore, il quale anzi parlecipava attivamente ai giochi di (anta• ,in di Niccolò. JI « scgrc10 » del rncconto ha l'innocente forma di un (iprcuo, « un cipreuaccio 1pelncchi1110che non ha mai fotto ombra nemmeno a una lucertola », che era come un 1>111110 d'appoggio per i ,·oli contempla– tivi dell'adolesce111e, e, intorno, vicino, a cauill del (IUPle i;i svohcro i suoi primi drammi sen1imcntali, che 11011 sarebbero mui drammi &cnza la malignità di « quei c, i.ri e bravi con1adini • e senza la num• canzlt di comprensione da pnrte del 11a• dre. Ma, più ('he la atoria, che non è altro che la descrizione di qucs1a ,•ila, com• pres-a in regole assurde, di un <111indi• ccnm! 11cui ni:mc11 perfino lo sfogo di una ,•ita seolasticn normale, co!trcuo n studia• re a casa, solo, con l'aiu10 del padre, il racconto :u•vince 11er l'esame amaro, ma commosso e venato c1·umoris1110dell'anima di un fi;lio nei riguardi di un padre, della ribellione che non es11lode non 1>er doci• li1à. ma per alTcllo vero e sincero. E più avanti, in un aliro racconto, in c-ui 11arl11 dei .auoi figli, il Tucd ri1orna su questo &e111imc11to,chiedendosi 1e, <111nrulocui saranno crcseiuti, scrnirnuno 1>cr lui lo ucuo miscuglio di amore e di odio che egli aveva pro,·a10 per il proprio 1>adre: i;oha1110,comparando il sistema edu– cn1ivo che egli adoua per i suoi bambini n quello, auolu1nmente 011110810, atloun10 n suo tempo ti.ti 1111dre, la s11crnnza lo con• foria che i risuhini daranno ragione a lui. Comunque i suoi bambini sono deli– nc.ui come due esseri felici di a,·ere nel 11adre un compagno di giochi, un anima– tore della fon1agia che si divcrle ad inco• raggiarli a tuHi coraggiosi nel mondo dei ,ogni e dcli' immaginazione, divertendoli. E divertendo .anche il leuore: perchè la 11ro~ndel Tucti, con 1111el&uo tono leg-

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