Volontà - anno X - n.2 - 1 settembre 1956

mcnlo reale e quotidiano d'un uomo medio? In reaJtà l'uomo è più vasto e com1>licato di qualsiasi ideologia. Non so dunque che cosa conclude– re a proposito dj Sartre. li suo sche– matismo esclude ogni dialogo; tut– Ul\'ia egli è <1ui,con noi. Mi auguro <{unquc che noi possiamo lrovare un 1erreno di incontro anche con lui. Ohrc Je ideologie comune interesse umano La prcme6Sa necessaria non può essere che l'ammissione d'un comu– ne interesse umano, malgrado le di(– fercnzc politiche o ideologiche. Dobbiamo indonLrarci ulterior– mente'? Si, ma a una condizione: senza alcuna intromissione dei go– verni. 1 essuno di noi ha bisogno della tutela di [unzionari govcrnuti– vi. L'indipendenza è il nostro bene pila 1>rezioso. Dove igl.i scrillori l'hanno perduta, devono ricuperar– la, correndone i rischi. Mi ha fotto piacere quello che ha dello, in proposito, il prof. 13ernal. Non mancano, :mche iu Occidente, i eonfor:nisti. Ma trascurerei un altro as1>ct10 della nostra situazio~e se non auirassi la voHra attenzione sul curioso fenomeno di qu('~!i ~:::tellet– tua!i occide:.ta!i che. dopo aver cri– ticato il prop::-io paese, le sue j8litu• zioni, la sua ctÙtura, J>erdouo ogni s1,iri10 critico verso il resto del mon. do. Questo accadde, uù J>are. a que– gli scienziati che, su r:chiesta di de– terminati g:o\·erni, certificarono che a,·eva avuto luogo i:l Corea un es1>c- 102 rimento di guerra batteriologica. La loro testimonianza durò esattamen– te il tempo dj cui la propaganda e la di1 ,loma1.ia avevano bisogno. E s1>irato quel periodo, essi non lianno pili fiatato; dimodochè noi non sap– piamo più se la guerra baueriologi– ca abbia avuto cfTet1i,•amcnte luogo. Pcrchè quegli scicnziat i ora taccio– no? Il loro com1>ortamento è grave. Uno scrittore, un artista, uno scienziato non dovrebbe mai mctlerc al servizio della ragione di Stato il prestigio di cui egli gode. Nessuna ragione di Stato si può mai identi– ficare con la causa dell'uomo. Toi dobbiamo occuparci dell'uomo e dei suoi problemi. Mn questi cambiano secondo le situazioni storiche. A causa di ciò è cliflìcile definire in termini durevoli l'artista o scrittore libero. Danle, Voltaire, Goethe era– no certamente, nella loro epoca, de– gli spiriti liberi. Noi non potre1runo criticarli, ad esempio, 1>ernon aver condannato la strutturJ economica della società n<'!la Joro epoca, poi– chè tale slrullurn non era allora in discussione. Ma Ja nostra responsa– biliti1 è mo!to piit cstesn. La nostra disg::-:1zia, o 1a nostra fo::-tmw, è di vivere in uu'epocn i:~ cui <1uasi tutto ;. p:-oblematico: le relazioni dei ses– .,i, quelle degli operai e degli i:1:– prenditori, quelle d"!!c nazioni e dei continen:!, <1uclle della religione e della politica. L'immema <'!l!er.– sione dei problem: della noslra cpo-– ca giustifica pertan10 la nostra ri\•en. dicazione d'una libertì1 totale. ]GNAZIO S11.0NE

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