Volontà - anno X - n.1 - 1 agosto 1956

D'al1r<Iparie, fk!nsando il problema del– l'amore in 1crmini auuali, dobbiamo rico– noscere che il mo,Nmenlo anarcl1ico - od almeno quello di lingua italiana - è riy nuulo auai indietro: studi seuuologici co– me quelli recenti cli Kùuey e C., che !ono gli sviluppi ultimi cle,i saggi di Uavelock Ellis, o,I ancl,e le idee vivacissime un poco matte molto vere di Reicl,, :sono pratica• mente ignorate tra noi. Perfino l'agitn:io• ne porlata da Russell e da altri, con le varie proposte di malrimoni-di-prova senza figli pr,ima delle unioni srabili, suonano da noi come noviuì, spesso and1e come strane::e. Per t11testosi fXlrfo così 1,oco d1 amore– libero ira noi, forse. Mentre sarebbe tanto neceu!lrio, anche in questo campo, attua• li:zare le nosire idee, riesporre la radicale volontà cli liberuì clie ci anima rmche nd cumpo dell'amore, dei ,apporli tra uomo e donna, elci rapporti Ira figli e genitori, ecc. (Ed anche. clic un poco noi del gruppo di V. /acoiamo ,,er il poco c/1e ci è possibile, nel camvo della Jamiglia-di-giusta-dimensio• ne, cioè ciel controllo delle nascile). Sarebbe tut1't1ltro che inutile JXirlarne, mostrare w1cl1e i,1 ques10 campo c11mesia sempre fecomfo di bene la volo11tù della libertà, farlo toccare con l'esempio delle fa– miglie e5tremt1men1e 1111ite cl1e ci sono in. mezzo a 11oi (q11a11tene potremmo citare, cla ,,u.ella cli Milly e Ruclolf Rocker a quel– le cli compagni sconosciuti e moclesti), in cui no11c'è vincolo legale a 1e,1ere in,ìeme l'uomo e la clo11na,baJta il cemento dell'a– more (libero). L'amore, per noi, 11011 può enere e/te libuo ecl è JOlo esso che, come tutto cili che è libero mai non elude i suoi impegni e 11011 si sol/rac alle sue responsabilità, Chiarezza « ... 11 bisogno di chiarezza è stato :il maggiore anillo del Movimento anarchico in questo secondo dopoguerra. Molte cose si sono dette, mohe critiche ed esperiem:e si sono fane, mohi quesiti 110110 51nti JUC88i alto s1udio. 58 Sarebbe tempo di tirare le somme per uno sforzo di sintesi. E' mia impreuione che il M. A. quan10 ai mezzi di lolla, adottati fin'ora, nutra più d'un dubbio e incertamente si pro– ponga altri mezzi che ancora non riesce distintamente a individuare. Si è affievolita, e non solo per noi, la prospettiva dell'azione sindacai-rivoluziona– ria come mezzo di trasformazione sociale ed è subentrala la prospeuiva della resi• stcnza sul luogo, resistenza che è più av– vertita da tutti e che, incrementata, potreb– be sfociare nella com1uis1a diretta del Co– mune. Da no1nre che il fenomeno si pre• senta preuochè generale, &esi pone mente all'azione spontanea di operai, disoccupati, contadini nei tingoli luoghi e se si pone mente al fiorire 1lello studio dei problemi locali. Non esisle più - altro r.he per la lottn schedaiola dei par1i1i - un movimen- 10unitario di loua operaia nè in rampo na• ziona1e nè tanto meno in campo interna– zionale. Col fallimento del sindacalisnto - restando vivi e insoluti ·i problemi di or– dine sociale - si delinea l'alternativa -del– l'azione locale, più intimamente senlita, mentre la sfiducia nello S1ato diviene sem– pre più generale e la sfìduci:t nei par1iti aumenta a vis1a d'occhio. Tale si111nzione porta necessariamente, sollo la spinta dei bisogni immediati, alla lotta per le Autonomie locali, e un poco più in là, alla lona per le au1onomie eo– munnli. E' augurabile che i. gruppi amtrchid muo,·en1isi in loco sappiano vederci chia– ro per tempo onde adeguare i loro mezzi di propaganda e di lotta a que3li nuovi O· biettivi che risiedono nella forza s1eua del– le cose. I gruppi 11narcl1ici,attivizzandosi sul luo– go, aequislerebLero cosi un nuovo e in.1t• teso significalo. Sono essi che ei 11resente– rebbcro come In forza naturale e propul, siva di tutto un nuovo indirizz:> deUe lotte sociali; mentre, purtroppo, ora la ,·ita dei nostri gruppi locali ristagna un po' ovun• que.

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