Volontà - anno X - n.1 - 1 agosto 1956

nn sudiciume. Vogliono una cosa sola: che Franco ci sfrutti, ci sbricioli, ci avvilisca, ci schiacci .fwo all'ultimo. Sono tuLli d'accordo con lui. Mi rivolgo al popolo americano, al po. polo inglese, francese. Come potete permettere ciò? Faccio appello alla poca brava gente che c'è all'O.N.U. Gli spagnoli gridano: «Aiuto». Abbiamo combattuto come voi per Wl mondo nuovo. Abbiamo avuto più morti e sofferenze di voi. Tre anni di guerra. Dieci di occupazione. Non è !orse abbastanza? lo grido in faccia al mondo, e vorrei suonare a stormo: « La Spagna muore la Spagna è morta ». Non si aono contentati di ciò. Come se non avessimo già abbastanza sofferto ingiurie ed umiliazioni, ci hanno imposto la !arsa del plebiscito. Cosu immonda. Ci hanno fauo ratificare la nostra abiezione. Hanno coperto i muri di manifesti. Hanno riempito Je strade d.i vo-– lanti.ni : « Votate sì ». Votare « liÌ » è salvare la Spagna, votare «sì» aiguifica assicurare la grandezza del paese, ed altre imbecillità. Allora, tutti in massa, decisero di non votare perchè non si poteva votare « no >>. Ma !".astensione dei tre qnarti del paese sarebbe stata una catastrofe per il govemo. Resero il voto obhligatorio, sollo pena <li toglierci la tessera del razionamento. Ogni elet. toro doveva, aJratto del voto far meucre un timbro sulla ca.rta ct'alimen• iazione. Le tessere senza timbro non sarebbero state più valide nè rinno-– vabili. Tutti gli ex detenuti politici furono esclusi d'ufficio dalle liste. Si iiparsc- al tempo stesso la voce che le schede sarebbero disposte ·Ui modo che, grazie al controllo delle tessere, si saprebbe chi aveva votato « no». Infine, per evitare sorprese, furono consegnate le schede a domicilio, con l'ordine dj portarle già compilate. Di modo che, una sempHce richiesta di mostrarle <1uando si era in coda, poteva significare l'arresto. I falangisti !l1ostravano apposta al ,,icino la scheda che stavano per consegnare. Chi ri– fiutava di Cari.,vedere si ca1>ivache aveva -scritto « uo ». Ebbi molte discus• &ioniin proposito. Cedevano tutti. Ad eccezione di qualche temerario, tutti gli elettori che la vigilia er"no decisi a non votare, scrivevano il loro « si ::o. D'altra parte l'indomani, per reagire e dimostrare a se stessi di non C6Seredej vigliacchi, parecchi conunisero la sciocca imprudenza di gridare nel metrò, nel tram a vicini sconosciuti, leggendo i risultati sui giornali: u; Anch'io ho votato « -sì » ma perchè avevo paura ». Paura creata da una guerra di nervi. Si diceva che gravissime rappresaglie sarebbero st~1.teprese contro i recalcitranti. Per esempio, la notizia della soppressione dello sti– pendio ai ftwziouari che non avrebbero votato, ebbe maggiore effetto del terrc,re politico e del coutrolto delle opinioni che avevamo subito per anni. Ecco perchè il giomo dopo si verificarono in abbondanza scene come quelle ricordate. Ho assistito a tre d.i esse nello stesso giorno. Nei tre casi, gli autori urlavano a squarciagola la loro vergogna, ma la polizia, soddisfatta della vittoria del giorno prima, lasciò dire senza intervenire. 55

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