Volontà - anno X - n.1 - 1 agosto 1956

-sonaggi-Tanto-Tanto-lmportanti sal– tare da Roma a Messina, da Me6&ina a Parigi, da Parigi a Strasburgo, da Strasburgo a Bruxelles, alzare le braccia, dar colpi di testa, correre da una J>arteall'altra per parare e rilan.. ciarc; quando ascoltano i loro d.iscor– ai sulla cooperazione euro1>ea, sulla solidarictil europea, sulla diCesa del– la civiltà europea; qua.odo leggono i programmi e i rapvorti, 1>ienizep- 1>idi dati statistici, preparati dagli « esperti», sulla unificazione del mercato europeo, sono convinti che la palla ci sia davvero. Mentre la palla non c'è. I governanti democratici dell'Eu– rol>a sono l'espressione degli interes. ai capitalistici ed operai, sorti e svi– lu1>1>atisi al ri1>aro<deicontigenti alle importazioni, dei dazi doganali, élel controllo ~ui cambi, col sostegno del premi all'esportazione, dei crediti di (;wore, delle commesse statali, e di tutti gli altri interventi &la.tali, in cui oggi si concreta il nazionalismo economico. Se questi govcmanti si azzardassero a fare un passo verso la unione europea, si vedrebbero cbiu. dere le maggiori fonti di finanzia– mento per i loro 1)8rtiti ed i loro giornali e perderebbero gran parte dei loro elettori, direttamente o indi– rettamente collegali alle imprese U.ll • zionali parassitarie. Flonno, perciò, adatt.ato, ro,•eseiandola, queUa che fo la parola d'ordine di Gambetta per l'Alsazia e Lorena. « Parlarne sempre e non pensarci mai » - è la loro divisa. Ne hanno parlato e continuano a parl.arne Jlrima di tutto J>Crconvin– cere gli americani a regalare~ ~ei dollari. « Come potremo costituire un « baluardo» conlro l'c::•pansione so,•ietica se le gambe ancor ci fan biego come vedete? Dateci almeno una mano per rimenerei in piedi ». Gli americani sarebbero certamen– te molto meno b,f'(:nerosi con noi, se si convincessero che non rinuncere– mo mai al nazionalismo economico, causa principale della nostra debo– lezza. I go,·ernanti ne hanno parlato e continuato a parlare, perchè i po– poli dei paesi democratici europt"1 sono divenuti acmpre pii1 consape– ,,oli della necessità di unire le loro forze per sopravvivere. Le dure esperienze degli u.ltimi anni hanno dimostrato che, se non si uniscono, <1ucsti1>opolinon posso– no dare al problcrua tedesco wia so– luzione ra;::ionevolc, che im1>edisca la rinascita della Wehrmacht, nè av– viare una ripresa economica capace di ridar ,•igorc alle jstituz-ioni libe– rali travolte dal turbine del.le due ultime guerre mondiali; nè farsi ascoltare, nelle grandi <1ucstioni di poli1ica inlernazionale, di fronte al colosso rus-soe al colosso americano. 1 go"ernanti, infine, no hanno par– lato e continunno n 1n1rlarne, come microfoni di quegli alti papa"eri dei loro ministeri, che se ne fregano del– l'unità eu.ropea ancor piÌI di qnanto se ne Creghi110della successione del Gran Lama eulraltipiauo del Tibet~ ma sono i più eorwinti &ostcnitori di qualsiasi proposta, da qualunque parte ,·e.nga, di nuo"i organi per la cooperazione in1crnazionale, in cui possano sca\'arsi una nicchia, per mi– gliorare carriera e stipendio: e quan– to •piÌI questi organismi macinano a vuoto, tanto più grande è il loro en- 43

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