Volontà - anno X - n.1 - 1 agosto 1956

CHI HA AVVELENATOGORKI? LA TESTUIONIANZA DEL PROFESSORE PLETNEV F U DURAl'lTE il mio soggiorno nelle prigioni sovietiche di Vor– kuta che feci conoscenza del profcs• sor Pletnev, che aveva quasi 80 ano.i. Anzi, ebbi l'occasione di lavorare souo i suoi ordini, parecchi mesi, in qualitil d'infermiera e stringemmo una grande amicizia, nella misu.ra in cui ciò è possibile tra persone di cultura disuguale e di età differenti. Vedo ancora dinnanzi a me il suo mi– nuscolo gabineuo di consultazione: a destra, l'armadio della fannacia, a sinistra, il ruobile con g1i slrup-ienti nel mezzo, la Iinea curva del vecchio medico, la .sua folta cap·igliatura bianca come la neve, i suoi occhi nz. zurri dallo sguardo dolce di 111io1>c. J;: seduto di sbieco sulla sua seggiola. Le sue spalle strelte sono curvate in avanti, Ja testa piegata leggermento a destra. Che smarrimento nei suoi occhi! Anche quando la bocca, pie• na di bontà, sorride gli occhi assenti fissano il vuoto. Questo è il l)rofcssor Omitri Dmitrievich Pletnev, il cui nome fece tanto rumore all'epoca di uno dei famosi processi montati dal Partito nel 1937•38 contro i «•vecchi bolseC\'ichi >). l.'u a <1uesto processo che compar. ve Plct11cv con gli altri medici che avevano curato iMassimo Gorki per una malattia di cuore. Essi erano ac,. e.usati di aver avvelenalo il loro ma. lato. Naturalmente, come tutti gU altri accusati, i medici « conlessaro. no il loro delitto, e furono condan• nati a pene, severe ». li professor !Pletnev fu condannato a morte, poi la sua pena (u COllllllU• tata in venticinque anni di prigione in un campo, e finnlmente ridotta a dieei. Egli feec i suoi dicci anni e 11011 fu liberalo. Quando incominciai la mia CSJ>erienza dei campi di con. cc.ntrnmento, avevo, come giornali• sta, sentito parlare di questa storia. Si può, <1uindi, facilmente i.magi• nare con quale attenzione osservassi Pletnev quanclo io l'incontrai la pri. ma volta e <1uand.o gli altri detenuti m'aUermarono che si trattava pro• prio dell'ex.medico di Gorki, bolla. lo di « assassino in camice bianco>). Un pò più tardi (ui designato. per lavorare all'infonneria e fu allora che strinsi amicizia con il pro(essore. Molto spesso rimaneva dopo le ore di consultazione, egl.i m'interrogava sulla \fita all'estero e egli stesso mi raccontava tante cose. Nel corso di una di queste lunghe conversazioni, quando noi ci conoscevamo già da parecchi mesi, mi fece Ja sua più gra. ve confide.nza: u: Curavamo Gorki p~r una malattia d.i cuore - egli mi disse: - ma le sue sofferenze più 39

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