Volontà - anno X - n.1 - 1 agosto 1956

2. - Una filosofia non dovrebbe aver bisogno di giustificarsi: se mai dovrebbe essere ]a non.filosofia chiamata a giustificat'ISi al suo cospetto. Ma lo scienziato, l'uomo religioso, l'artista, sono oltre, anzi prima, che scien– ziato, religioso, artista, uomo: e questo è vero a maggior ragione per il fi. losofo. Il quale, come uomo che [a filosofia, deve pure, per lo meno, dare ragione di sè e della sua atti,•ità agli altri uomini - e infine a se stesso. Ora c'è w1a filosofia che ha tante tinte e sfumature, e prende tanti nomi: neopositivismo, empirismo logico, pragmatismo, relativismo ... ; una filo– sofia che è odiat.t clai 1t1aggiori partiti oggi in lotta, aggredita da destra e cfosinistra, accusata ,•olta 1)er volta dJ bolscm,ismo e di [ascismo. Riducendo queste varie accuse al loro nocciolo, ciò di cui questa lfilosofia è accusata è appunto di essere la voce d.el bambino della novell.a di Andersen: la pura voce rlell'esperienza e del senso comune, che non sa e non vuole vedere con gli occhi del buon funzionario e del buon suddito, che non crede ai miti e minaccia ad ogni istante quell'ordfo.e costituito che su ogmmo di tali mili si regge. Un ordi,re si regge su di una serie di comandi assoluti, i quali !i de,·ono presentare ai snhorclinali con tutti i carismi dell'Assoluto: eter• nitì1, necessità, «verità». Ma il senso comune quell'Assoluto non lo vede, poichè guarda cou i propri occhi frontali :mzichè con quelli dell'obbedienza. Unn gerarchia si regge sulla fede in un'iu"estitura carismalica dei capi - uomini infallibili, e iniallihiU per definizione, essendo essi 1a <<verità». L'empirismo logico e ìl pragmatismo si presentano come Ja filosofia degli uomini che hanno fiducia in loro stessi, uella loro sensibilità e<l espe– rienza: i quali pensano l'uomo avere un destino migliore che non quello di rimanere imprigionnto in un ordine e in una gerarchia. È una filosofia democratica per eccellenza - la •filosofia del bambino, del senso comune, del vedere con i propri occhi. Filosofia dell'uomo senza miti e senza fcd.i, sen:.-:adéi e ,senza padroni, ,Per questo oggi, in questo cozzo di volontì1 di potenza, domiuio sulle masse, s[ru1tamento delle masse, mobilitazione delle masse, è una filosofia antipatica ai Capi, ai fanatici e ai mercenari. l\fa questo spiega, insieme ad altre ragioni del resto connesse, il successo filo– sofico dell'empirismo logico come filosofia del senso comune. È la filosofia Jil:.erante, la filosofia della libertà. 3. - La struttura fondamentale della mente cleU'In1pera1ore e dei suoi funzionari - la strullura Condamcutale della logica del mito, della fode e dcll'obhedienza, è il realismo ontologico. Qui l'uomo e il mondo son,,. estra– niati (e quindi, in uJtima istanza, l'uomo è estraniato a se stesso): m<"diante la conoscenza l'uomo rispecchia, in maniera più o meno passiva (ma pur sempre con un tantino dì passività) un mondo che esiste in sè, ext.ra . mc11tcm.. Posto questo mondo come (i) esterno (cioè ((dato», indipendente dal cono. scere), (ii) assoluto (cioè indipenclcute nella sua asscuza dal processo del conoscere), e (ii.i) ret,le (cioè investilo del 1>rivilegio di costituire (ondamcnto e norma al valore del conoscere), la concezione della verità come (1<lae– qu<1tiuintelleclus et rei (dove 1'« intelleclus » è qll(•lla qualsiasi immagine 22

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