Volontà - anno X - n.1 - 1 agosto 1956

1>011endosin collaborazione - unche se dall"opposiz.ione - con i go,·emi in allo e le ahre istituzioni dello Stai.o in cui siam tutti oggi eost.reni a vive. re. Quegli amici hanno una loro utile funzione fociale. ,Mn non è la nostra. Noi ci assumiamo ancora una volta la più umile Cunzionc dei fermenti che ngiscono in basso, senza risonanza, senza quasi app11rci1za, stimolando noi -sica.si c cl il uostro prossimo conlro ]a guerra, ripetendo e dimostrando la idctH'Olonlà del rifiuto-totale. Senza cadere nell'errore di metterci su tul piano di azione-1,olit.ica dopo aver rifiutato lu partecipazione ai partiti rpo)i. Lici in atto, anzi curando allentnmente di restare sul nostro 1>iano specifico, quello dell'azione sociale che ignora i politici e le loro ideologie e le loro macchiue collettivizzate-collct1ivizzanti. Non :u 1 remo grandi risultati. Lo sappiamo. Forse, i nostri risultati eem• hrernnno nulli - poichè per la loro strada con.fluiranno con altri di altri, non J>otremo identificare e rivendicare per noi alcun merito. Ma sapremo di non :aver mancato alla regola essenziale del nostro <1uotidfano operare: la verità. Ed il bene sociale che ne verrù è già ora per noi in ogni caso, anche ~ non misurabile, certo. c. ZACC\HJA P. S. ~nturalmente. poichè noi non ahhiamo gli occhi chiusi in nessuna direzione da paraocchi ideologici, l'a,·er affrontato il problema della guerra, ~e ancl1e in modo t~1ntowmmario, ci 1>resenta ora il problema 1 pitl ~cneralc che è alla rad.ice della guerra, il problema della vfolEnza: cioè implicita– me111.e mtclt.e ii problema della rivoluzione. Un 1>ensatore esLremament'e lucido. Alvin Johnson, ci ha dato una de– finizione hpidariamentc comJ)lessa dei latti sociali in cuj interviene Ja vio– len.-,n. •( JI tcrn1ine guerre, è generalmente ap1>lica10 al conllitto 11rma10 Lra gruppi cli popolazione <ionccpiti come unità organiche, quaU ra'zze e tri• hì1, Stali 0<1 uniti, geografiche minori ·pa•rtiti religiosi o politici, clas 4 !i economiche. 11 conflitto armato fra Stati che godono legnlmenle di completa ed illimitata sovrnnità è considerato tipicamente come « guerra » nel pc.nsiero moderno. Ncll'in1en10 dj tali Stati il conflitto anuato Cra pro. , 1 incie, .sezioni, gruppi religiosi, partiti politici, c1assi economiche, è defì– nilo rwlla sua condizione iniziale come « imurrezione », o « ribellione » contro lo S1a10~ovrano, custode e garante della pace. Quando il conflitto si prolunga e rappresenta un potere, attuale o potenziale, cnpncc di sfidare rautoritÌl dello Staio o nel suo insieme oppure in qualche parte del suo tcrrilorio, nllora è conosciuto come « guerrn civile .... ». Non "i si parla di rivolm:ione. Ma il fatto vi è implicito: In « guerra civile» è l'alluazionc pratica della rivoluzione sul piano politico, al di fuo. ri del 1111alc c'è la tabula rasa ed il caos, che tulli rifiutano st1lvo 11oi. Vi è dunqn..: cs..ccnzialmente uno stato.di- guerra, un animo-di.guerra, 19

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