Volontà - anno X - n.1 - 1 agosto 1956

differenti nel profondo aj principi ideologici che appaiono allo spirito dei popoli come la posta deUe guerre moderne». Giìt ora nessun esercito è mai una « istituzione vivente »; nessun CO• mandante d'esercito crede a « principi ideologici ». A.P. àefirtisce J>artendo da tali considerazioni un attcgginmcnt.o dal <1ua– lc noi dissentiamo nel profondo, così nel profondo che crediamo egli si unirì1 nl nostro dissenso, accorgendosi che le parole logicamente connesse hanno tradito il pensiero veramente suo. Vi sono molti motivi per il nostro djssenso. Motivi pratici . .frimo 1 che la guerra, la guerra-totale di cui parliamo nel nostro tempo, 1100 ci pare nemmeno pensabile con eserciti. dj soli soldati profe!Sionali. Son molti a sostenere, con dovizia di argomenti ~ogici 1 che la guerra è ora fatla sopratutto con le macchine, quindi non hn più bisogno di milioni di combattenti, haslano le centinaia Jj migliaia che sinno bene ad. dest.rali nel maneggio delle macchine; da cui l'im'ocata costituzione di pie. coli eserciti composti con soli soldati di carriera. Chr bella costruzione ]o. gica. Ma con essa si dimentica 'lln fatto essenziale: che la guerra totale U'a• sforma necessariamente tutti <1uanti in combattenti - auivi o pnssi"i po– co importa perchè ugualmente soggetti ·alle alterne fortune nella lotta mi– litare - tutti davvero, uomini e donne, giovani e vecchi, mobilitati o rima. sti a casa. È in questo carattere nuovo che la gueua-totalc, forma moderna della guerra, div.iene mostruosa: poiche essa dJ necessità iutcresscri1 diretta– mente tutti, non solo con le sofferenze da subire ma con gli apporti che eia• sctmo si troverà ad assicurare mediante la propria volontit di combal• tere, Non vi sarà pili distinzione possibile tra soldati e civili. Il confine Ira militari e borghesi, già divenuto labile nell'ultima guerra con i bombar• damenti terroristici e l'affamamento delle popolazioni, si annullerà del tut– to: aaremo tulli guerrieri. Salvo quelli che rifiutera11110 di essere guerrieri. Ma chi domani ri6'uterì1, se non si comincia oggi a rifiutare, oggi che è tanto meno pericoloso di domani? ì così che noi in vcritù non vediamo altra etrada possibile per la nostra opera quotidiana. Diffondere l'idea di rifiuto tou,le della guerra, e s'intende diffonderla con l'esempio appena l't'>Ccasio11e si vrcsentcrà e<l avremo il coraggio di flffrontarne le difficoltà, Il resto (chiarire l'inumanjtà e J'immoraHtà imp]icite dc1Ja professione n1.i.litare; vropagandare contro le spese militari con cui lo Stato dissiJ>a si. gran parte del la\'oro d.i tutti.; dimostrare In stupidità del fare.il- soldato con. sumando in pigrizie senza alcun 1>e.nsieroanni tra i migliori della propria gio,,inezzn; ecc.) diventa riformismo se non è anjmato alla radice dal propo• sito del rifiuto totale. Per contro, ogni pensabile azione in ogni pensabile sede è garantita con. tro le derivazioni illusorie del riformismo se si mantiene vivo neJl'animo d.i clii vi partecipa i] proposito del rifiuto totale. Lasciamo perciò ad altri, ·agli amici anche cari che oper:ano dall'inter• no de.Ilemncehine politiche, i] compho di trova.re modj (se ne 1>ossonopen. eare tanti!) per denudare ]a ,·ergogna deJla guerra e ]imitante il 1:.erieolo ,18

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