Volontà - anno X - n.1 - 1 agosto 1956

cor,sa verso la guerra totale sia stata arrestata per ora (e per quanto?) dalla Grande Paura dei politici professionali, non già de] buon senso dei popoli. L'animo del guerriero raflfiora così - non per impulsi spontanei nè vo– lontari, anzi sotto il peso di una continua costrizione - in gente di per sè ])acifica, che fasciati a eè stessi -avrebbero continuato a vivere ben altrimenti. E l'antico motivo della guerra si ritrova identico oggi nel giovane conta– dino o nel giovane operaio o nel giovane studente divenuti soldati: il mo– tivo anti-umano che si può isolare e definire nel feroce pensiero: io posso uccidere, e mentre aspetto di uccidere molto m'è lecito se anche non pro– prio tutto (il che, tra parentesi, spiega l'epidemia di ammazzamenti di cui son piene le cronache quotidiane). Ci aggredisce l'inquietante domanda: è davvero tale condfaione impli– cita nell'umano? Si deve dire che noi siamo conda,mati ad accessi ricorrenti di animo-di-soldato pvr rutta l'eter11 ità? o non è giusto rifiutarai a credere che la guerra .sia inevitabile, anche se essa di fatto ci ha presi •ieri minaccia di prenderci domani nelJa sua orrùbile macchina? Con tali domande il problema si pone come si deve, problema mio per mc, problema tuo per -te, problema morale di persone Jibere che voglio. 110-<levonoorientare il •proprio •1,ensare cd agire quotidiano. La guerra non ci appare nè un fenomeno necessario nè un fenomeno inevitabile delle società umane. Basta, per rendersene conto, pensare che vi sono state nnche per secoli e vi sono tuttora oomun ità anche estese per le quali la guerra non è esistita o non esiste: saggio fra tanti il fatto ben nolo d1e in territori anche vastissimi la vita di tribù anche molto diverse tra loro è fiorita in pace per secoli, come ad &S. tra i pellirossa negli Stati Unili d'America prima che i bianchi vi portassero la proprietà privata e l'alcool, i due veleni che sono stati tra quei popoli-liberi le maggiori sorgen– ti delle volonlà di preda e di dominio nelle persone ,più deteriori, sfociate poi ne11acostituzione di autorità e nell'abito della guerra. Nè, <l'altra parte, ci pare esista per noi ciò che A.P. chiama la « per– versità latente della specie umana ». Ognuno di noi è un corpo di bestia vestito d'idee che porta nel mondo entro i brevi limiti del suo nascere-morire impulsi d'eterno, minimi spee.so ma -sempre profondi e certi - anche quando pare non se ne abbia coscienza. Siamo quindi condizionati ad esprimerci attraverso una macchina d'organi che è del tutto analoga a quella degli animali. E può talo-ra sembrare che ci condizioni anche ad e.;sere animali di tanto in tanto noi stessi. È tale al fondo la dottrina implicita dei cristiani: il peccato originale che è in noi, che siamo incapaci di cancellare ciascuno in se stesso se non ci soccorre la grazia divina. Perciò i cristiani sono al fondo senza fiducia nell'uomo com'è. Ma •noi ci muoviamo al polo opposto. Crediamo nell'uomo, cioè nella possi– bilità per me per te per u.oi cli vivere da uomo. Accadrà anche a me a te a noi di chiudere gli occhi nn'ora di stanchezza, e saremo stati bestia quell'at- 15

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