Volontà - anno X - n.1 - 1 agosto 1956

timo: ma non potrà accaderci mai di abbandooarci ad un flusso continuo di bestialità, se non quando in qualche modo cediamo ad altri che ci CO• fitringe. .1-'erciòci riesoo incomprensibile A.,P.. quando parla di « perversità }a. lente della specie umana », d'una propensione potenziale verso la bestialità che sarebbe anche in me in te in noi. lo 60 non c'è per me, e tanto mi basta per e33erc certo che non c'è negli altri, non peggiori ma migliori di me. 01ecorso che è fonte ·di certezze nnteriori alla logica, ed è valido per te co– me per me, per tutti come per noi. Non vediamo quindi la supposta aJJeanza della Ragion di Stato con tale non-esistente pcr\'ersità. Se ci fosse, tutta l'impalcatura di !aJso su cui pog. giano i politici diventerebbe ,•era. Non ci resterebbe allora che aderirvi, poichè pretendiamo di accetta.re la verità. Ma non c'è. C'è solo da una parte i gruppi di Potenti che con la Ragion di Stato rive&tono l'orribile nudità delle loro volontà di dontinio ed cccit.ano a bestialità il lor prossimo perchè senta eroico uccidere senza pensiero; e c'è dall'altra le moltitudini di gente semplice che, così costrettivi dalJa violenza o dall'inganno, si adattano alle infinite forme di ubbidienza su cui poggiano tali volontà di dominio - ivi compresa ili primis l'ubbidienza militare. 1n verità, mi •pare, la guerra c'è e vj sarà foichè, a ~uto di chi Ja vuole perchè è il complemento ine,•itabile delle sue volontà di dominio di pochi -su molti, c·è e vi sarà chi passivamente la accetta per sè, od anche solo la tollera per gli altri. Basta basterà a farla scomparire dalla faccia della ter• ra che uomini e donne rifiutino d_idivenire soldati. Basta basterà: ma oc. corre. Sen::;aquel rifiuto son vanità ttitt.i i proposit.i <li opposi:ione alla guer• ra, tutti i discorsi di fine-della-guerra son fole. Ha ben ragione infatti A. P. qua1Hlo si dissocia espressamente da chi prospetta in <1ualchemodo una fatalistica fine ,della guerra a cui Eia estranea la volontà umana: una fine della guerra unicamente dovuta al cosidetto "'Progresso >t dei mezzi di distruzione, divenuti talmente pericolosi per l'ju. tera umanità che ormai nessuno può illudersi d'uscire da un conflitto altri. menti che annientato o slrcmato, sia come vjncitore che come vinto. 1 Ai 6emplici che credono nella fine ormai fatale della guerr:a dobbiamo 1 Qui occorre una parente.si. Dobbiamo per cl1iare::a ripelere che ci pare -inesauo ot, uibuire, come fa A.P., un tale alleBSiamento fatali.sUW ad uomini come Eistein o Ruuel, ,'intende Bertrond R. il quale non ha nulla in comune con il lord Ruuel autore de« Il flagello della sl!a.slica•· Ambedue 11011110 manifestato idee auai meno semplicistiche; idee cl,e eran solo so.stegno per volomà netle contro la guerra, Essi agitono 1uuora tra noi, l'uno t!Ìl!O e l'allro morto, la immagine atroce della suerra combattuta con le nuove armi cl1edocili .scienzio1i lum preparato al serl!i:io clei politici e dei militari, Ci chiamano ad agire contro tole pericolo, 11011 g.iàci rauicurano dicendoci clie ormai il pericolo non c'è più. Non è tale il chiaro sen.so dell'ultimo appello firmalo da Ein.stein prima di morire, e con lui tra alrri a11cl1e da Ru.ssel? 16

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