Volontà - anno X - n.1 - 1 agosto 1956

RIFLESSIONISULLA GUERRA A J'RUNlER ha dJscorso di tl Lella h'l.1erra » e di <e gucra totale» nell'ul- • timo numero di Volontà. E, per verità, v'è luogo a molti consensi con lui. Ma il problema della guerr.a è troppo tragico nel nostro tempo, pre. me d'angoscia talmente sulle nostre vite, che non è possibile formarci a con. sensi nemmeno se ci parla un ooro amico come A.P. e con 6Ì chiara visione dei fatti ed acula intuizione delle Joro ra<lici. Perciò ri(>rcndiamo il discorso. Rileviamo prima di tutto un'idea che a noi appare essenziale, che iut• posta ed orienta i I nostro flensiero: 1wi 11011- crediamo che sia.mai esistita una « bella guerra». Non ha molta importanza guardare nel vassato, poichè il presente è abbastanza nero e ci impCfi'lla così totalmente. Comum1ue, dobbiamo dire che i brevissimi accenni di A.P. ad un quadro retrospettivo de1la guerra nei l9eco)i xv C xvm noli ci pare esprimano bcne-Ja realtà. La storia di quei tempi (e s'intende non la storia-aulica cioè la storia di gruppi al comando ma la vera storia-umana, cioè la storia cfoi popoli attivi nelle loro ccmunità locali cd ivi taglieggiati ecl oppressi dai mercenari dei condottieri italiani e da quelli dei re (rancesi e pmssiani, per restare nei paesi a cui A.P. accen– na) mostra sempre per la guerra un viso orribile. Bancle od eserciti, spesso senza sufficieut.i servizi d'intendenza e quiud.i obbligati ,a cavarsela giorno ,>er giorno a SJl-0-Se della gente ~a cui si trovavano a passare, non avevano N. d. R. Abbiamo già avviat'I riel riO$lrOnumero ultimo la ri$po$IOalle cOri$iderazioni sulla {{uerra C$pO$t'! da A. Prn.nier. Si è ir,faui già ch-iarito cl1e .5e la rivi$ta non lia pubblicata il documento a cui A. P. accenmwa è 5tato solo ,,ercl,è 11011 la abbiamo ricevuto (o, ciò che è la $IC$SO ai fi11ipratici, lo abbiamo magari avuto ma è sparito ingliiottita dal fiume di carte che a volte ci sommerge), e clie .5ullabase dei .moi accenni concordiamo nella dimo– strazione ch'egli ,là della ideniitii euer,ziale tra i polilici e,I i militari nazisti e anU-nazi.sti. Nan v'è <1ui"'liluogo (l(l insi.stervi. Nè ci ,x1re necessar-io in.sistere nel mo.51rarecome E. Ro"i sia .staio male interpretato d11 A. P.: basta rileggerlo per vedere clic egli l1aparlato davveru tla una 1io.5i:io11e c/1e gli Jacet1flguardare cori uguale ,lisgu.5to i « guerrieri » na– :i!li e quelli m1tin11:isti.A11clu1per lui 11011 è- />0.5s1'bile neuuria di.stinzio11c,come per noi. On1 conti11uiamo il discorso con A. P., illustrandone pi1ì a fondo alcur,i punti e ri• lcvu.mlonc tdtri in cui ci pare cl,e egli .si sfo la.sciato prendere la mana d(lll'eccessfoo rigore logico i,1 cui Mlora lo devia l'acutezza della .sua intelligen:a. 12

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