Volontà - anno X - n.1 - 1 agosto 1956

cerlo alcun riguardo per i contadini o i borghesi o gli artigiani che era– no daUa foro s1essa condizione sociale messi nella impossibilità di difen– dersi. Nou era bella nemmeno allora la guerra. E non è stata bella in nes– sun tempo. Già l'immagine della guerra omerica è atroce, col vinto trasci– nato neJla polvere dal carro del vincitore, per non dire d'altro. Ed atroce è l'immagine della guerra tra le genti vrimitive, così spesso costituenti in riti perfino il cannibalismo come costun1e del vincitore rispetto al vinto. In nessun tempo e luogo noi riusciamo a reperire un' immagine di bel– la.guerra. La guerra è. però oggi, come A.,J?.rileva, radicalmente diversa da tutte le guerre del passato, sia nel suo insieme che nell'animo dei singoli soldati ed anche dei g:enerali. I!: d.i.venuta guerra di masse, sta diventando guerra totale. Con •acuta osservazione A. .P. fa risalire alla Rivoluzione Francese l'av– vio del mutanw.nto vcl'So la guerra-di-massa. In verità, più che alla Rivo– luzione si dovrebbe (ci pare) riferirsi alla Controri\,oluzione Francese, cioè all'involuzione giacobina e napoleonica della rivoluzione 1>opolare. Di fat– to, la prima guerra-di-massa è stata opera degli eserciti napoleonici, conqui– stanti l'Europa per poi riJ>erderla, fanatizzati dal loro Imperatore. Ma la distinzione non ba gran valore, per .il nostro discorso di ora resta tra paren– tesi. Importa invece rilevare con A.P. che di fatti solo dopo le campa– gne napoleoniche si inizia Ja coscrizione obbligatoria. Combattere, che nei tempi foudali era un privilegio (nobiltà ed esercizio delle armi talmente associati che il distinguerli pone un problema uovo-gallina) diviene una con. danna: mascherata in genere con motivi ideologici mediante la fanatiz– zazione del pop,olo affinchè accetti di mutare in soldati i suoi uomini più validi (ed anche donne, infine), ma anche nuda come quando si liberano certi condannati per farne degli arditi o commandos o simili. t. camminando su queJla strada iniziata da Napoleone, e costruendola via via con la loro opera disumana, che militari e politici associati, con scienziati e t~nici docili al loro servizio, son giunti alle apocalittiche pos– sibilità che ci prospettano oggi con le idee di guerra-totale, di guerra alfi.ne integrale. Non vi sono ormai più limiti alla potenza distruttiva che gli scienziati consegnano, spesso senza rimorsi (ma anche spesso con gravi pene dello spi– rito: va detto!) ai militari, perchè ne usino secondo le convenienze della· conservazione od accrescimento del Potere a cui si dedicano i politici. Quel minimo di umanità che pote.va sussistere fino ad ieri od all'altroieri nella guerra svanirà domani nella guerra totale, in cni la lotta sarà contro « nemi– ci » ignoti e invisibili. Non sarà più possibile nemmeno clie un Ufficiale Ne– mico si faccia fucilare rifiutando d'ordinare la fucilazione di avversari non– comhattenti, come nei begli esempi di giovani tedeschi che A.P. cita e che lavano la vergogna di mo1tri altri tedeschi ubbidienti come cani nelle stragi dj Chateauhrianil e di Oradour. La morte scenderà dal cielo, Ja respirere– mo con l'aria, la mangeremo con la frutta, ci penetrerà con l'acqua che ber– remo. O pazzo sogno di pazzi, purtroppo sulla sogl in della realtà. 13

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