Volontà - anno X - n.1 - 1 agosto 1956

litica dei fronti popolari, e di un go– verno re1n1bblicano che non aveva '-'.\putonè impedire il putsch militare nè sedarlo una volla SCOJ>piato. Fu la econfilta delle democrazie del mondo di fronte alle aggressività dei fascismi. li 19 luglio 1936 !u anche la vitto• ria del dirillo sulla forza bruta, il trionfo della "Olidarietà di tutti i ri– voluzionari del mondo che identifi– carono la propria causa della libcr• 1iì con quella del popolo spagnolo. E fu l'inizio della marcia di un 1>opolo verso la propria emancipa– zione, il trionfo delle sue capacità creative cd organizzative, la dimo• 1nrnzione con un esempio, sia pure ernmero, che si può costruire un mo– do di vivere sociale umano, in li– berti,, senza governo e senza appara– ti di nuloriti,, senza capi e senza po- litici, facendo appello alle energie, alle capacità, al scuso di responsahi– li1ù di ogni uomo. Pensando al 19 luglio 1936 c'è da fl38Cre ~nfortati ed ottimisti. Gli uomini 'iin1>egrrnti nt"lla lolla 1:.er la J)ropria libertl1 e per lit costruzione di un mondo nuO\'O cenno uomini della nostra stessa staluru, con i no– stri di(etti e le nostre <1unlità. Co– scienti di batte~i per una causa giu– sta se1>pero dare il 1ncglio di se ,t·essi. ~on fo, dunque, mt miracolo, ma i I risultato del la volontà di lotta Jj un popolo che \'Olcl'a conquistare la pro1>ria libertà. ~ questo 1111 inseh"IHlmcntoche ri– mune valido per tutti gli uomini t>er tutti i popoli, di tutti i pnesi e di tulli i tempi. G. BERNERI CATALOGNA SENZA ARMI ... Per quel settore del /ron~ l'intera arli&lieria consiMcr;11in <11101/ro mor111i da trin• cea con quindici colpi per ogni peuo. N11turalmeme erano 1roppo 1,re:iosi ,,cr é.ucre esplosi, e i mortai venivano tcnuli in terbo al Alcubicrre. C'erano mitraf{liotrici olla me– dia approssimativa cli una ogni cinquanta uomini; erano piuttosto 11ccc/u'o1te mli eia! tiro abba,tan:a preciso fino o tre o quattrocento metri. Dopo di c/10 avcv,,mo tolt1mto fuciti, nella ttragronde maggioran:a ferri vecchi • ... Le muni:ioni u:orseggiavano talmente elle ogni uomo, arrivcuulo in fi,,ea, riceveva una cim1iumtina di colpi, molti dei quali difettosi . ... Non avevamo elmetti, non baionette, ben pocl1e rivolte.Ile o pistole e non più di una bomba a mano ogni cinque-dieci uomini. La bomba in uso a quel tempo era Hn te"ibile O&Btllonoto come « bomba F.A.I. •• e"endo ,tata fabbricala da&Lianarcl,ici allo ,coppio della guerra. Era ,ul principio di bomba l\liUs ma la leva era 1en111abb(J$$(.lla non da una ,icura ma do un pe::o di na,1ro adesivo. Si spe::ai:a il na&troe ci ti libe– rava della bomba alla mauima velocità. Si diceva d,i queste bombe che ertmo • impar• :iali »: uccidevano l'uomo contro cui venivano tcagliate e l'uomo che /e scogliava. Ce n'erano pareccl,i altri tipi ancor pi,ì primitivi. ma probabilmente un po' meno per-ico– losi - per clii le lanciava, imendo. Fu tolo verso la fine di mar:o cl,c vidi u11abomba clic valeue lo peno d'eucre ,cagliata, Ceo11c11 Oaw~.L dn: Omagiio alla C11t11log11a, C<liz, Mondadori, Milano. 1948. li

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