Volontà - anno IX - n.7- 1 dicembre 1955

Ogni partir.o politico vagheggia la sun diuatur,,. Il liberalismo vorrebbe fare ecce– zione: mli questo è la più, assurda u. topia, perchè presuppone fo pacificu convivenza di sfruuati e s.fru.11,a.ori in 011orealla liber1à dcll' ini:illt.iv " pri– vata dell' i,ulivitluo. E vediamo che oggi in lt.alia, il liberalismo non si regge da. solo, mc1,si appoggia <tgli strati governativi. Si può perciò dire che la democra– zitt_,come oggi è praticata, è lo stato di convnlescen= (I.di un governo che si riprende dopo unci grcwe 11wlttttin. Lu dcmocm=ia succede immediata– mente cdl' abbat.timeuto violento di wu, dittat.urc1,per opera di più par– tii.i, e pcrllmto ess<t è la contimut• zione della lomi per la conquista del potere, lotta fattasi incruenla. La democmzia è lei « crisi pocifica » del– lo Stato, mentre la rivolu.:ione ne è la « crisi violenta». Alla dittatura monarchica spag11uolc1,successe fo diuatura falangista, perchè subito dopo la disfatta dei bolscevichi e de– gli. anarchici il partito di Franco non– ebbe contendenti e concorrenti. Do– po fo cadu1.adel fascismo in Italia, la molt.eplicità <lei partiti witifasci• sti li costrinse a,l esperimentare la jltrs,, della democrn:ia, che è tuttora i,1, atto, mediante la ,,ualc il partito di maggioran:<1,governativa, l<t de– mocr<1 :iacrist.ja, w, prepara lti « pro– pria >, dittatura, ltt dittattira bianca. Grazie al contrasto dem.o-cristia• no-comunista oggi si respira un po'. La convalescen;;a ha però wt lento ma inesorabile decorso di risana– mento: che è solo, in sostanza, risa– namento dell'«autorità della legge». 1"/at1i. ieri si respirava 1m po' più di oggi, e<l è prevedibile che domani si pot.rit respirare meno di oggi. Il par• 382 tito al govemo prepara la nu.ig11.ifica « dittatura democratica ». La chiave della soluzione è questa: assicurarsi I.a maggioran:a, nonostante ll1,pra• tica del s11,ffragioelettorale, e a gw. co è fatto. Dalla, convalescenza si passerà alla stabilità e lo Stato sarà ancora una volta rifatto su basi so– lide e resistenti. Il governo italiano non ha « com• pari » come, per es. quello inglese nel cui ambi,to si agitano correnti come il laburismo e il conservatori– smo che « in fondo » si equivalgono e, giocando un po' all'altalena, dàn• no l'illusione della democra=ia. I,1, 1- t.aliala situazione politica è più com• plessa e più « fluida » e l(I,clemocrct• zia vive momenti drarrwwtici. Per– chè - incredibile a dirsi! - questa democruzia (come <lel resi.o tutte le democrazie) per salvai-e se stessa de– ve necessariamente tendere alla dit– tatu rn. E ci sta riuscendo e ci riusci. rà se non sarei scalzata da una tatti• tica più sbrigativa. Ma ancora ha molta strada da per– correr~. La legge-trulJ.a elettorale è fallii.a., almeno finor<r:,ma rinume la legge e/.ettorale che è essa stess,,, una tr11,ffa.Vi è una via più logica anche se meno sicura, quella della repres– sione « legale » della libertà di stam– pa e del « ba11dolegale » dei partiti dell'estrem,,, sinistra. Dei tentativi sono stati fatti in questo senso con qualche risultaio. Dobbiamo ar1,gurarciche il contra• sto delle parti polit.iche perduri. perchè la stabilità <lelgoverno signi– fica il soffocamento del popolo, e la fine dei contrasti dei partit.i politici significa la vittoria di uno solo di es• si s11, tutti gli altri e quil&di il prin– cipio del.la dittatura monocolore. Dobbiamo lottare anche noi perchè

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