Volontà - anno IX - n.7- 1 dicembre 1955

per altre ragioni che qui non starò ad esaminare e che i compagni di Ge- 1wva conoscono. E' 1.-eroche lo sciopero fini come tutti sanno, ma i portuali sanno che finì in quel modo non pere/tè noi non avessimo suggerito il modo migliore per finirlo meglio e con soddisfazione dei portuali. Certamente noi manchiamo di una stampa quotidiana e non possiamo gareggiare co,1, i mezzi enormi dei partiti e della stessa CGIL. Il nostro sforzo è stato e resta apprezzabile tenuto conto del dila.gare di una propa– ganda intensa fatta dagli avversari e dalle organizzazioni sindacali. Propo– ,r.endo le nostre soluzioni « concrete >> perchè si limitavano a cose possibili, se i lavoratori avessero avuto <tltra mentalità e non, si fossero lasciati se– durre dal mito che lo stato ed il governo avrebbero compreso l'esigenza di risolvere fo loro favore l'agitazione sconfessando il Consorzio Autonomo del Porto (sua crecttura) e l'ufficio Regionale del la.voro (altra sua crea– tum), le cose sttrebbero andate appunto come pensa,w T. e G. Non bisogna dimenticare che le vertenze sindacali, per il carattere ri– fonnista di tutte le organizzazioni sindacali esistenti oggi i,1, Italia, si ri– solvo110nei ministeri, e che la gente si è assuefatta (Ulattendersi dall'alto ogni soluzione ai propri problemi del giorno. A questa prassi 1wn sono sfuggiti i 11ortuali di Genova: infatti li abbiamo visti recarsi con mezzi di fortuna firio a Romc1, e conferire con il presidente della repubblica perchè intercedesse in loro favore. Altro ,1rgomento è che parrebbe fossero stati i compagni che lavorano demro la CC/l, ad imervenire nello sciopero dei portualii. E' accaduto clie quei compagni vi ham10 dalO il loro contribui.o e la loro esperienza unita• mellle a quanti, compreso il sottoscritto. dentro la CGIL non sono. E il documento di dichiarazione presentato al direttivo confederale del 24, 25 26 aprile e.a., 1mr iratta,rdo argomenti che riguardavano cmche i problemi portuali in loua., no11,er<1, stato dettato esclusivamente per una soluzione di quei probi.emi. Nè tanto me,w conteneva il pensiero critico degli anarchici perche fu, ~tillato e presentato da una piccola parte di essi. In fatto di collaborazione in campo sindacale, non ho da dire altro che no,1,v'è bisogno di fare un fronte unico neppure con coloro che apparten– gono ad Vnità Popolare perchè anch'essi mirano alla conquista del potere e non si trovano ,ielle co,ulizioni di accettare i nostri metodi di loua e di impostazione che appunto ci differe,i:iano da quanti alla conquista del po• tere votano i loro sforzi. Nel mezzo degli avvenimenti 1wi potremo Wvorare con quanti co,1,di– sinteresse lotteranno contro i padroni e contro il f>Otere,senza confonderci e senza fare fronti unici. AURELIO CHESSA 366

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