Volontà - anno IX - n.5 - 1 settembre 1955

no )lohave de,·ono essere bC'n di– l'tinte l"uoa dall'altra. E si ritiene che la fede sia piil di una mera io. tuizionc, accettata passivamente; si gosticne che essa sia una convinzio– ne ben definita. Una critica mossa dall'ortodossia cristiana alle sette e– vangeliche rivali è che le rivelazioni della volontà divina ricevute dai lo– ro membri siano ingannevoli, siano difatti null'altro che irrilevanti de– ri,•azioni dalla mente sub-cosciente. Ep1>ure si possono tro,•are ben 1>0- chc i11truzioni per aiutare il creden– le a distinguere tra la vera guida e i mnterali di risulta della loro mac– china ,,sicologica. t possibile che almeno una per– w1rn tra coloro che ora leggono que– ~10 articolo, fra ,•enticinqne anni, uc– cida e faccia a pezzi la moglie, se– grctam<'nte e di notte, sulla base di una convinzione che sarà tanto evi– dentemente irrazionale, quanto lon. tana da ogni rispettabile ipotc'li me. ta6'1ica. Saremmo tentati di ehicde– re :,e , i aia alcuna differenza fonda– mentale tra una convinzione 1>a10l0- gica di <1uesto genere e quelle i1:11- 1>lici1e in mt atto di fede, se non nell'accettabilità delle loro conse– guenze. E se le rivelazioni nccc1tabili e sane sono in contrasto l'una dall'al– tra, in quali si dovrebbe a,•cr fidu– cia? \ton possono essere tUll<' \'C• re, e pretendere che ciascuna rap– pr~nti !"aspetto parziale cli una ve– rità dh in11 o cosmica sembra J)OCO ~ddi,.facentc: pochi finanzieri si fì– dcrebb<'ro di investire il loro dana– ro con gnrnuzie così deboli, o qunn. to pii, diHìdcnti non dovremmo cs:– Fcrc noi di quelle facoltà spirituali che <'Ì \ engono auribuite. Come ho delto, io considero la fede nell'e.sistenz.a di tali (acobà un mostruoso artefotto. Ma ciò non ri~olve il problema. Le persone han– no di· queste espcriem,.e. Esse non le inventano per (.'Onvincere indivi– dui come me. E probabilmente gli ,cienzia1i agnostici le sperimentano anch'essi come chimuiue altro; sol– lnnto sono più sospettosi. Osserva– no che la maggiore frequenza ed in– ten'lilà di esse spesso coincide con gli stimoli della pubertà e che senza il beneficio di un dogma pre[ahhrica- 10 non possono condurre a piil di un confuso panteismo. Anche coloro per ("ui gli stati mistici sono un luogo comune sostengono che essi sono es– senzialmente indescrivibili. Non vi è II iente in ciò che sorprenda in modo particolare, nè vi sono testi– monianze che tali stati siano spec.iali nel senso che i teologi vorrebbero farci credere, Hanno ben poca re– lazione col mondo dcli' esperienza perceltiva e la conoscenza di essi non aiuta nel soddisfacimento dei nostri bi~~1i ester~ori. I uo esservi Slato uno scarso inco• raggiamen10 che spingesse alla sccl- 111 su(ficiente J)Cr produrre una evo– luzione di modelli ,·erhali adc•ruati n,lla lor~ descrizione. e, tutt~via, I uomo e conternJ>oraneamente un a– n_i1~1ale religioso e razionale, i cui r!II son~ ~rviti in p8'1'18loper una r1conosc1bile funzione biologica, una certa indetcrminatezz:t nei dct1a– tagli potrebbe bene essere un van– •~g_gio! t difficile indagare con pre– cmone sul misticismo, pro1nio a cau– sa di <1ues10mancanza di una via di comunicazione. I grandi mistici come i grandi J)Crvcrliti, sono iso: lat! da ~oi per le loro anormalità; noi possiamo os-ervarf' i I loro com. 243

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