Volontà - anno IX - n.5 - 1 settembre 1955

verificata, e ,1uindi dal punto di vista positivistico è J>riva di significato, non altera la J>iù fondamentale rea– zione umana ad essa: fode o incredu– lità, op1ntre (se l'asserzione compor– ta una relazione sufficientemente profonda con le nostre aspirazioni, e noi accettiamo la distinzione) fede o assen.-;n di fede. Se fossimo d'accor– do con l'atteggiamento del teologo nei riguardi della fode, tuttavia, que– sti non lascerebbe la ragione come unicn alternativa. Secondo il teolo– go, il titolo di questo saggio sareb– be una (alsa disgiunzione, poichè ai– fermando che la fode è l'atto decisi. vo in un processo mentale cho col– lega una relazione tra il genere u· mano ed un mondo non-fisico, egli la distingue dalla mera emozione. La lede può far si che un selvaggio bruci "h•o il suo primogenito, ma è la revulsione piuttosto che la ra– gione che mi spinge a discutere con lui. Ho JltCcisato questo pcrehè desi– dero chiarire che non rifiutai la fe– de in 1>rincipio su basi puramente razionali, ma perchè essa era uno stato che non ero piìi capace di pro– vare. Il mio rifiuto della [cde conce– pita come com1H\rtimento separato dell'esperienza umana, che seguirà, è nella nnlura di una razionalizza– zione dopo il fatto. Tutta"ia sarebbe impossibile rimanere agnostico se le ragioni addotte con1ro tale ,,osizione potessero resistere ad un esame rigo– roso. lo sostengo che esse non re– sistono. Gli argom!nti a difesa della fede sono comunemente di tre specie, che piuttosto arbitrariamente, 1>ossono classificarsi in argomenti dal punto di vista filosofico, argomenti dalla 242 es1>ericnza, ed argomenti opportuni– stici. Gli ultimi, a giudicare da una recente controversia, sembrerebbero in gran parte di 1>roprictà della stam– pa nazionale e degli nlti dignitari della Chiesa. Non desidero dire niente di par– ticolare circa gli argomenti filoso– fici. A tale proposito è sufficiente ac– cennare che sono d'accordo nel ri– tfiutare il dualismo cartesiano, come recentemente puntualizzato, per es., dal Professor Ryle (che stigmatizzò <1ucstorifiuto, con sufficiente preci– sione, come l'Opinione Ufficiale del– la Natura Umana), e che, per quan• to io sia in grado di giudicare, sono di accordo con i positivisli logici ucl rifiutare il 1>en.sierometafisico. Gli argomenti dall'esperienza, 1ut– ta,•ia, sono molto meno facili a con– trobattersi, non foss'ahro pcrchè i loro proponenti in genere preten– dono cl1e la ragione sia uno stru– mento inappropriato per esaminarli. Si sosliene che la fede sia una clas• se urtica di esperienza, e che il solo mezzo appropriato per esaminarla siu qualcosa dello stesso genere. La fede, però, non è uno strumento di critica, e non può essere usata per la propria analisi. Così, in effetti, l'uomo che si serve di questo argo– mento garantisce la sicurezza della sua proposizione .fissando le regole che oc gO\·crnano l'analisi. A pre. scindere dalla validità puramente formale di questa procedura, essa Jìa delle curiose conseguenze. Persone diverse, appartenenti a culture di• "erse, o anche alla stessa cultura, hanno fede in credenze larg:uncntc separate. Le rivelazioni di un mon– do non-fisico che raggiungono un An– glo-Cattolico, un lndl1, un Avventi• sta del Settimo Giorno, e un India-

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