Volontà - anno IX - n.5 - 1 settembre 1955

rio, utensili di lavoro, ecc. in certe zone dell'Aragona, si produsserro in modo ammirevole, senza che per gli acquisti fosse necessario Jar uso del– la moneta come sistema di cambio. La Federazione delle ColJettività, dopo la colleuivazione deJle terre e di quanto aveva attinenza con l'eco– nomia, a seconda delle necessità di ciascuna località, si incaricava di di– stribuire i prodoui tra produttori e i loro familiari. Già nell'ordine comarcale si scambiavano gli uomini che in un primo momento erano sta– ti scartati perchè eccedenti, con altri che si ritenevano necessari e che bi– sognava far venire da w1'altra co– marca, o addirittura ricorrere ad un'altra regione. Il sistema era sem– J>licee diede ecceHenti risultati. Eh. ben"', tutto ciò che durò molti mesi, minacciato dall'avanzare del fasci– smo Ispano-italiano-tedesco, fu pen– sato e preparato da coloro che vede– vano le necessità del momento e mettevano tutto il 1oro impegno nel– lo sperimentare un sistema di con– vivenza senza l'ingerenza di com– mercianti e sfruttatori, e senza la perniciosa tutela dello Stato. Cosl si creò un nesso di lavoro solidale d'in– sieme, che tendeva ad eliminare lo egoismo individuale del piccolo pro– prietario, molto radjcato specie nel campo dell'agricoltura. Senza che vogliamo gloriarcene (i fatti sono troppo eloquenti per far– lo) 1a forza sommovente dell'anar. chismo pesò in modo accentuato sul– la strada della rivoluzione. E, no– nostante il periodo di eccezionalità, preoccupati della guerra, del cerchio internazionale che &:li · stati fascisti e. democratici venivano stringendo, ci; dovendo stare in guardia dinan– zi alle manovre del nemico nasco- sto tra la retroguardia, la « quinta colonna » fascista che cercava di sa– botare quanto possibile; prevenuti di fronte agli sgambetti a tradimen~ to che cercavano di farci coloro che erano legati alle consegne provenien– ti dal ,Cremlino, non solo si attese alle necessità d'ordine economico, ma noi anarchici mettemmo un sin– goJare impegno per portare avanti il lavoro culturale. Per Ja cultura in generale si cer– cò, a seconda delle possibilità, di dare la coscienza del sopraggiunge– re di un ordine sociale nuovo. Te– nendo conto ehe il periodo era di intensa agitazione, bisogna compren. dere che il Javoro culturale doveva risentire della mancanza di stabilità, di quella calma e tranquillità che ne facilitano lo svolgimento dandogli la consistenza necessaria. Si sa ehe l'Arte educa e affina la sensibilità. Ciò che è artistico è pia– cevole perchè serve di distrazione e al tempo stesso ha la virtù di con– tribuire ad eliminare quel fondo ru– de che, più o meno accentuato, si ritrova ·in tutti gli individui. Dal punto di vista artistico (nel teatro, nella cinematografia, nella musica, ue11a pittura, nella scultura, nella ]eueratura} si diedero saggi degni di attenzione; si compirono opere ap– prezzabili che denotavano inquietu– dine creatrice, ,originalità, e un ac• centuato significato rinnovatore, pie– ne di fervore ottimista dinanzi agli avvenimenti di quella nuova era so– ciale. È da ricordare anche lo sforzo che a favore dell'educazione dell'infan– zia svolse un gruppo di insegnanti elementari, ,e singolarmente coloro che perseguendo l'insegnamento ra– ~ìonalista, prendevano a guida colui 225

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