Volontà - anno IX - n.5 - 1 settembre 1955

pe,•olezza <lei nostri bisogni anuali, alln lotta per superarli. PurLroppo <1uesta pnrtc della cu]. 1ura che è .la preparazione ad affron• tare i problemi della vila associata, non la potremo 8\'Cre dalla istruzio– ne uUìciale - tranne <1ualche raro c.,,empio - per tre difetti fondamcn. tali che in essa si riscon1rano: 1) La scuola è in mano allo Sta– io, C'ioè' a quellu classe che ha forgià. to l'attuale stato di cose in seno al. la nostrn società cd ha tutto l'i.nte• rc..¼edi mantenerlo. E' ov,•io che la selezione per la scelta degli i11se• guanti venga fatta in inoclo da garan• tirsi in questo senso; mentre gli a• spiranti all'insegnamento, per ncCCS• sit:ì economiche o 1>0rambizione di carriera, si mimetizzano secondo il caso, chi pii1 chi meno, e disgrazia. lamento non solo esteriormente. Ne deri,,a un. conformismo, un insegna. mento unilaterale, basato sempre sul mito dello Stato, della Legge, e ns• sai spesso anche di Dio. Peggio au. cora quando J'inscgnante ha un prC!l· sante problema economico che non rÌC.)00a risolvere nel suo ufficio: le sue lezioni saranno un lavoro pres– so_rhè meccanico che gli assicuri lo Mrpcndio e da cui gli alumii riceve– .ranno una grau confusione in testo cd un'avversione n qualsiasi apprcn• dimcnto. 2) Anche gli alunni sono inclo11i dalle di.C6cili condizioni della vita a11uale ad andare a scuola per otte– nere qualche diploma, un pezzo di caria necessario per inserirsi in mez. zo alla invadente burocrazia con qualche probabiliti, di guadagnarS'i il pane. Non c'è, in genere, amore di sa1>ere in queste condizioni di spirito; ed anche quando ce ne Cosse, sarebbe frustrato dall'ambiente sco– lastico. C'è in,•ece quello che si de– finisce con disprezzo (( cinismo dei giovani d'oggi >J cd è il frutto di que– sta caotica società che si definisce ordine costituito ma che non concede requie uemmcno ai pili giovani, già impegnati nella lotta per l'esistenza poichè si sentono insicuri del proprio domani. Sicchò l 1 ap1>rendcre non è ricerca della verità, del bene, di unu società migliore; ma spasmodica ten– sione a farsi strada a forza, belva tra le beh•e! 3) I corsi di studio qui in Italia - nonostante le continue riforme - esulano in genere, nel loro complesso dalle esigenze immediate del disce– polo; per il <1uaJeaddentrarsi nelle varie discipline (quando non si trat. la del fine utilitario adesso illustrato) non è che affrontare delle avventure intellettuali: con l'effetto morale che se ne 1>uòimmaginare. Il metod-0 della « Scuola Attiva» c·he già comincio ad ap1>licnrsi anche in J1alia, tenta di ov,•iare a quest'ul. timo inconveniente; ma non JlOtrù certo ovviare ai due precedenti tfìn. chè resti nell'orbita governativa'. Si lratta dunque, pili che di un problc. ma didattico, di un problema socia– le, :dia cui soluzione l'attivismo po– trebbe pervenire solo a patto di es- 1 L'auacco, tra noi sempre forte e ur– ~ente, conlro le libertà civili, è un :marco contro la coesione delfa per!onalità. In 11m.•ste circo11anzc la 1cuoln può dirficil• meu1e compiere la sua 01>era di aiu10 alla formar.ione di rene 1>ertonali1à, J>Crchè In società non In sostiene nel suo romJ)ito - L,otDF.RTO B0Kc111, Rcla::. al Il Co11gr. tVa::. ,di 1,eclagogia. da ti Scuola e Ci1ti1•• n. 4, ciel 1954, pag. 125. 221

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