Volontà - anno IX - n.5 - 1 settembre 1955

sere integrale. E questo credo sia valido anche fuori d'Italia. Leggevo tempo fa un articolo cli Ouorina Barba6era dove, a proposi– to dell'educazione politica, diceva: 1< Nella scuola secondaria due ore set– timanali sono dediwte aZZ'actuality; l'inseg,umtc suscita la discussione sui fatti del giorno e ,r.e corregge i giu. dizi )). In questa correzione di giudi– zi, che presiede alla cosidetta cana– li.satwn rivive tutto lo spirito reazio– nario del tradizionale insegnamento - tale e quale l'abbiamo disgrazia– tamente sperimentato noi giovani sotto il fascismo: l'ineducazione al– la libertit, il conformismo, la prete– sa di •porgere la propria esperienza 11011 come tale, cioè relativa, ma come assoluta soluzione dei proble– mi altrui. Esempio pratico: l'orga– u izzazione amministrativa sul mo. dello dello Stato che impedisce l'e– sperimento di libera associazione, di autentico auto-governo. Come potrà dunque il popolo con– seguire la cultura? Se potessi avere fiducia nei rifor– matori, fo proporrei: abolizione di registro, di esami, di titoli di studio a corso legale; libertà di frequentare o non le varie lezioni ed indipenden– deruente dalle classi. Si eviterebbe cosi la compra-vendita di diplomi e lauree e l'incompetenza tecnica con. seguente, e queJl'altro increscioso fe– nomeno che è la superJìcialità, l'i. 1 Scuola e Ciu.ù, u Carattere Sociale del– l'insegnamento negli Stati Uniti », n. 2, a. 54, pag. 630. 222 gnoraru:a conseguente all'imbottire a forza i crani di quella che si pre– tende essere la « c11hura umanisti– ca ». Non sarebbe molto, ma sarebbe sempre un bel passo avanti. Però chi ha interesse a far Jare un bel passo a– vanti al popolo?! ... Fuori dal.le scuo– le, dunque, in cenacoli dj liberi pen– satori che sappiano rendersi indipen– denti da catechismi religiosi e poli– tici, nel libero e sereno dibattito di tutte le idee e di tutte le esperienze, i I popolo potrà formare la propria cultura, e con essa la più chiara co– scienza di sè alla soluzione del pro– blema che più lo urge, cioè: come rendere vossibile per tutti gli umani l'azione spo,itanea in una società che impedisca il privilegio e lo sfrotta– memo dell'uomo da parte dell'altro uomo. Questo in fondo è il perenne 1>rob1emadella libertà posto in ter– mini attuali; nei ·quali, se queste ar• gomentazioni sono valide, metodo e fine, - problema e soluzione -– vengono a coincidere. Maestri del popolo saranno: da una parte le lonti dirette dell'uma– no sperimentare (opere letterarie, monumenti ecc.) e dall'altra eduè'a– tori che riprendano la tradizione de} vecchio Socrate, la cui grandezza 11ta in quella che la cultura ufficiale gli attribujsce come limite: il non a• ver costrujto al -di là della « retra opinione », cioè di queHa relativa verità <:he si costruisce socialmenle volta per volta, in questo piccolo mondo del relativo di <:ui noi e noi soli siamo gli artefici; di Socrate ]a cui ,,erità era quella di educare gli uomini a pensare, smantellando tutli i dogmi e non porgendone di nuovi. MICHELA BICCHIERI

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