Volontà - anno IX - n.5 - 1 settembre 1955

questa forza è stata insuEficientc a dominare la volontà del popolo: sic. chè ogni progresso sociale nello Sta– to non è mai OJ>era dei governanti ma dura conquista del popolo con– tro di CHi. Si vedrà che tutte le guer– re, condotte « per il bene8sere, la libertà ecc. della Patria » difende– , ano interessi che non erano dei po– poli, e mettevano questi in lotta lra– ticidia a beneficio dei padroni - dietro <1uei falsi mitj oggi COi,Ì vivi ncllu coscienza popolare non ancora a\vezza a 8Crutare la verità e che non comprende ancora come una mcu.a ,eritit (<1uclla che (a da 1mn1cllo ai miti, religiosi o politici che siano) 1rnò equivalere ad una grossa bugia. E' un tipico esempio il famoso apo. logo dì Mencnio Agrippa, il <1lrnle indusse la piche a tornare a Homo do1>0 la secessione del 424 a. C.) di– mostrando che patrizi e plebei era– no come lo stomaco e le membra dì un unico organismo. Ma nou venne mai in chiaro, con questo, la ugua– glianza dei diritti! Di quanti mai a– pologhi ci hanno imbottito la testa i governanti lungo i secoli?! Ci hanno persino addomesticato l'unica forza che non potevano toglierci: quella di incrociare le braccia! G hanno dato I' illusione dell' auto. governo, lor. marulo lo « Stato democratico • e lo « S1ato socialista»: due aggettivi ac– canto alla parola Stato, in perfotta contraddizjone con essa, ma pos1e per ingannare ancora una volta l'in– genuo popolano. Non invano noi avremo 8perimen. 1a1Otutte Je posiibili forme di go• verr'o che la storia ci tramanda, se, J:tl lauo che mai si è potuto rag. gnmgere giustizia e libertà, potremo convalidare la te8i che è nell'intrin- 220 seca natura dello Stato la impossi– bilità di raggiungerla, e anzi l'osta– colo al concorde operare dei citta– dini. Pretenda, infatti, un'origine divina, o sia basalo sulla elezione del popolo, lo Stato è &empre l'Au• torilà che è l'opposto di Liberlà. C'è un solo modo per eliminare concretamente l'autorità: renderci tutti autori di liberlà, cioè risolvere in noi quell'autorità che è espressio– ne di volontà cosciente (autocoscien– za), e non permettere che altri deb– ba decidere per noi, della nostra sorte. Nello Stato il popolo non divente– rà adulto, cioè autore di libertà, pcrchè noi rinunziamo ulln nostra volont~t dal momento che nndiamo o votare: la ripro,•n di quest'usscrzio. ne, è nel Iauo che lo Stato, intere•– sato ad assorbire le volontà singole, Ca tutte le 1>ressioni per indurre a votare, considerando un dovere que• sto che - se mai - dovrebbe esse– re un diritto. Per ques1a mancanza di esercizio della propria volontà, il popolo non ha saputo rendere durature le pro- 1>rieconquiste dopo le mille insurre– zioni; ed ha dato agio, ai politica11• ti, d'una fal3a dimostrazione dell'iu• capacità del popolo di au1ogovernar• si, !'he in realtà è solo impre1>arazio– ne. All'autogoverno ci si prepara: rimuovendo dalla nostra mente tutti gli idoli che ci rendono strumenti passivi della volontà altrui, ed av– prendendo, nella nuova coscienz11 che ne deriva, a tradurre in aziont> la nostra volontà. La cultura, come patrimonio di e– sperienze accumulate in tanti secoH, ci eviterà di cadere nei vecchi erro-, ri, ci maturerà la mente alla consa-

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