Volontà - anno IX - n.5 - 1 settembre 1955

Ora <1ui"iene acconcio chiarire in che senso la Storia sia maestra di vi– ta, come si dice; e 1>erchè invece questa massima sembra smentita dal rÌJ>etcrsi di errori ed insuccessi in situazioni pressochè uguali, come se l'esperienza non fosse trasmissibile. La Storia è maestra di vita (e par– lo di Storia in senso lato) in quanto noi si riesca ad assimilare l'es1>e– rien.za dei nostri padri costruendo su di essa - senza di che non sarcb– .be possibile il progresso. Assimilare non significa accogliere in blocco htl• te le idee, ma vagliarle sulla scorta dei fatti (donde sono sorte, e che esse hanno determinato) inserendole nel dramma dei nostri problemi at– tuali. E invece troppo spesso la sto• ria diventa piatta erudizione, per cui il passato diventa lettera morta o, al pil1 1 dilette,•ole avventura, fa– f't>ndoci adagiare su giudizi fonnati da altri e trascinandoci ad errori giù. prima commessi, ci incatena ad un mondo già morto nei suoi valori e quindi non nostro. Come dunque affrontare J1espc. rienza dei nostri padri? Certo, oggi che lo scibile è tanto vasto non pre– tenderei di consigliare al popolo - che non ha tempo nè mezzi per dea dican•isi, fra l'altro - la ricerca del– le fonti per ogni problema culturale. Nel campo deJJe scienze, ad esempio, non c'è ragione di dubitare delle conclusioni che gli esperti ci dànno; nè occorre all'individuo, per Ja so– luzione dei suoi personali problemi, risolvere in sè la tecnica ,per la co– struzione J'una cosa, d'un ponte, di ?n paio di scarpe o che so io. Anzi, m <Juestn complementarietà delle competenze tecniche io vedo la base per una socialità cooperativistica non raggiungibile tìnchè non si ri- sol"a il problema dei rapporti tra uomo e uomo, ma già affacciatosi ala le coscienze J>iù chiare. E 1>erò ba– sta a,•ere una ,,isione panoramica delle scienze tecniche e professiona– li: quel tanto che occorre alla com– prensione dell'insieme dello svilup. po di una civiltà a cui esse hanno da. 10 il loro apporto. Ma vi sono problemi di vita as-. sociata che interessano direttamente tutti gli individui ed alla cui solu– zione ciascuno deve dare il proprio apporto coscientemente se non \'Uole restare succube: l'organizzazione po– litico-sociale-economica è infatti. de– lerminata da uomini che hanno a. vuta chiara coscienza di quel che volevano raggiungere - pcrchè solo a questa condizione potevano rende– dere duratura la loro conquista. Val– ga come esempio la Rivoluzione Francese del '79: cominciata con i• stanze di libertà-uguaglianza, finisce con il privilegio della classe borghe– se che l'aveva guidata ed imbriglia– ta. Il ·popolo, dunque se vuole rag– giungere una vita migliore, una si– curezza economica che non ha, una indipendem~a morale e materiale che gii, altri hanno raggiunta, non deve attendere la soluzione di <1uestipro– blemi da altri: poichè ,rei rapfJorti sociali c'è compleme,rtarietà <li la– voro, di /un:ioni, ma non di COJcien– :a, come si presume ancora dal mo– mento che si considera democrazia la delega di poteri. Per questo madornale errore la schiavitù sotto diverse forme e tal. voha con pan,enza di libertà, si ri– pete da secoli nella nostra società; ed i) meraviglioso progresso della tecnica, che dovrebbe emancipare dal lavoro, si risolve invece a danno dei lavoratori. 217

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