Volontà - anno IX - n.4 - 1 agosto 1955

Stavofro toccherebbe ,, lutti. Non dimentichiamolo, quindi troviamoci d'accordo nell'affermare che dal momento che abbiamo ricevuta questa vita, dobbiamo cercare di ì.mpicgarla nel miglior modo in pace in sere• ,iirò laboriosa finchè è fJossibile, t.esi.nelle competizioni e nelle lo11e <1uatulo è ttecessario, ma. sempre settza tollerare violenza per sè, senza /<tr vio– lenza al proprio prossimo, rifiutando in ogni momento l'idea della. guerrn. l'animo deUa guerm. Rendiamoci al/ine conto che tult.o ciò di cui oggi godiamo è il frutto del lavoro di gettti pacifiche che si sono su.sseguite tiei secoli, <li fatiche di sacrifici di eroismi il piiì spesso scmwsciuti, mai frutto dellci falsa sa– pienza dei politici illustri, e meno che mai. delle guerre che essi /tanno suscit.at.o. Come si può, dunque, pensftre che tutto debbft, essere distrutto, d'un colpo? L' eredità del. 1mssato ci. è sacra. Siamo <1uello che siamo grazie <ul essa, e come noi godi(lmo del lavoro di chi ci. ha preceduto cosl i ,wstri posteri dovrmrno godere del nostro lavoro di oggi. È così che l'umanità si v,i costruendo, generazione dopo genern.ziotte. E per tali compii i è ne– cessario anzitutto vivere. Chi muore non conta 1Jiù ,wlla. Bisogna, qui,u:li, voler vivere. E se ci sono soprti di noi dei Capi-c{i.-Stato. così. pazzi da non vedere il b,,rat,ro apert.oci dimmzi dalle atomiche, clw pen~ino a bu11arci in wi'av-veut.urn cli. cui si sa. in <tnticipo hi trttgica fim• per t,uttì uoi popoli, allora cfoscmio entro il suo popolo deve essere tanto saggio d,i indurre all<trngio11e i suoi vicini, mostrwulosi deciso a dar l'esem– pio di non seguire i (( grmuli-11omini >>. Assai meglio degli Sua.ist.i i popoli. possono trovare i mille modi chl! realizzino la pacific,i coesist.enzti di gente anche molt.o diversa. Al di lit di tulle le from.icre, che son <Jtwsisempre barriere art.ifici<tli creale dagli uomini di. Stai.o per dividere i popoli sn cui vogliono imperare. e no,iosumte le reali differenze per cui ogni popolo (può dirsi talvolta persino ogni plwse ogni vilfoggfo}, uvemlo la suo storiu ed il suo genio prirt.icol<tri, ha dei costumi ell ww cultura diversti dagli. (llt.ri , noi ben Sll/J· piamo che in wui gli uomini e donne, in tttl.to il mondo, si ritrovano qua• lità e di/ett.i fondamentali che li fanno l'w1, l'altro tutti (<prossimo>), tulli poten:ialm.ente uguali, pure nel. loro gi.w;to coltivure le proprie diversità. Non abbiamo nessuna rttgiofle vera di odinrci. Vediamo tmzi che ttb· biamo mille ed umi rngione di compre,ulerçi ed ,mwrci, pur ttmmettemlo che ci(l.scww sia libero di avere wrn cnsn come egli !ti desidera, di credere in un orientamento religioso o non-religioso che gli appaia buono per fo sua vitu; di. L<tvornre e <li,mwre secondo il suo genio. Verità elem.enwri che fo. stnpidi1à delle propagwule purtitistiche e ,w– ziomdistiche ha finora circondate con nuvole di fmwt.ismi. Come i popoU, foscimi alla sponumcitù dei mpport.i cr,suali da cui n(I• scono i rapporti deliberati, si sentirebbero più 1tmuni, pii, capaci di i,i. 148

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