Volontà - anno IX - n.4 - 1 agosto 1955

DISCUSSIONI 2- SOCJNO V O1.,ONT À ha citato un brano di Proudhon (n. 15, Il, 1955, pag. 5~8) in cui egli dice della sua evolu– zione: Mi arrestai all'ultima (eresia), ch'è forse la pil, irragionevole di tutle: ero divenuto seguace di So<:ino ». Chie<lo a qualcuno che conosca le opere di P. se Ju, trovate in esse qual– che spiega::;ione <lir1uesto straordina– rio giudizio, che contrasta con quel– lo ormai generale che pensa, la cri– tica /tttta da Soci no delle dottrine ciel Cristianesimo medioevale come la più razionale e radicale per il suo tem-110:tanto che al« sociniarii.smo » :~i rifà l' « Unitarismo » anglo-ame• ricatto, del quale il gran filosofo in– glese A. N. JIYhitehead ha scritto: « Se dovessi fare una scelta fra le va– rie forme presenti del Cristianesimo, .io preferirei gli Unitariani: e solo deploro che essi non esercitino una influenza più vasta ». Ho dedicato tutti gli. anni della se– conda guerra mondiale - appena u– scito di prigione - in un ritiro se– vero, ad uno studio dell'opera di Fausto Socino (in 80 volumi lat.ini) per estrarne e sistemarne e poi in– quadrarne i.l pensiero (frutto del quale è stata un'opera in 8° grande di 700 pagine)•. 1 Cuanda, Parma 1952. Mi sono indotto a <Juestolavoro so– lo per dimostrare che è stato questo ge,ttiluomo italiano, di Siena, (1539- 1604),vcnuto da molte generazioni di giurMti, clotato di acume crit.ico straorclitwrio e di grande potenza di raziocinio, ma ignaro di r.eologia e volutamente anche della filosofia sco– lastica, ad anticipare il moderno li– berttlismo religioso e a rivendicare energicamente il com;etto del prima– to della. morale. Può sembrare oggi ai CrMtiani. li– liberali, come potè sembrare già a Proudhon giovane un secolo fa, che Socino sia di gran lungo superato: ma come è possibile chiamare « la pili irragionevole di tutte le eresie» una concezione etica e volont.aristica della religione, che elimina la dot– trina trinitaria e attribuisce a Gesù solo 'un grado superiore della stessa divinità che è comune a tutti gli uo– mini, negandogli la << deità »; che ctpplica alla interpretazione della Bibbia il metodo critico filologico del Val/a e quello delle concordanze del Ffocino; che ripudia la leggenda dell<, colpa originale e della neces– sità del bauesimo, la dourina della Redenzione e della Giustifica.z:ione per Cristo, sostituendo quella del– l'auto-elevmione dell'uomo nella imita,zione di lui; che disconosce o– gni valore a rit"i e sacramenti, ec– cetto quello che il fedele st.essoespri- 191

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