Volontà - anno IX - n.4 - 1 agosto 1955

LA CRISI DELLA SCUOLA MOLTO EQUIVOCA la parola crisi, ma non ne troviamo uua più adatta. Tutto il mondo è in cri– si, ma lo è sempre stato e continuerà ad esserlo finchè non avrà raggiunta ]a sua finalità storica che è l'armo– nia sociale. Non la perfezione che sarebbe la 1fine della perfettibilità e quindi del progresso, ma quella con– dizione sociale di rapporti e di af– fetti che conosca la sola Jotta con– tro gli ostacoli della natura. Le cri– si sono le tap1>e dello sviluppo, pe– ricolose invero, rua sono indici di crescenza. La crisi è un grafico ael 1>crfezionamento e quindi della per– fezione raggiunta, sempre in senso necessariamente relativo. La crisi ac– compagna l'evoluzione ed è Jatente o (>alese, e ci accorgiamo di essa solo in questo ultimo caso. Dove vi è lotta vi è rischio, dove vi è rischio ,,i è crisi. La vila è lolla, lolla con• lro gli uomini, lotta contro la nalura. La ci,•illà finoggi è Iaua di troppa Jotta Ira gli uomini, di poclUssima conlro la nalu.ra . Quando più in(uria la (>rima, alJora si parla di crisi. Evidentcmcnle Ja Sloria attuaJe è carallerizzata da forme di lolla senza precedenti tanto <1ucstesono intense e mohe1>lici. Quella che ~omuncmcn• te chiamiamo società, ma che socie– tà non è, bensì un'accozzaglia di or– ganizzazioni e di interessi contrastan• ti non può che soffocare e cor.rom- pere in partenza le iniziative più no– bili tese al superamento della crisi che travaglia tutto il genere umano: ecco il perchè dei lalJimenti. È un circolo chiuso che non si può spez– zare nel senso proprio del verbo, ma si può sempre allargare: è una legge del progresso. Se si potesse an– dare spediti verso la meta della sto– ria quanti non l'avrebbero già rag– giunta! Invece le prospettive di un avvenire sociale assai migliore deUo stato attuale rimangono dominio di pochi uomini, sognatori, sì, ma pre– corritori de] futuro. L'Italia è inserita nel <1uadro dei con11itti mondiali e vi occupa, rite– niamo un posto di preminenza, per quella caratteristica inquetudine che la distingue io tutti i campi de1Ja lotta e deUa ricerca, della politica e della cultura. :Ma l'eccessivo scon– certa e scom•olge, epperò questo pre• gio è anche un diletto. Quando si vuol parlare deJla seuo• la, e particolarmente delJa scuola ita– liana non ci si può esimere dal pre– mettere, sia pure sotlointendendole, quel.le considerazioni di ordine pre– giudiziale e generico, dalle quali 1>0s– siamo dedurre dati di fatto e di am– biente. L'umanità è in crjsi, il uoslro paese, teatro di mille contrasti e di altrettante contradizioni e nelPeco• uomia e nelJa politica, e nella cul- 167

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