Volontà - anno IX - n.4 - 1 agosto 1955

tura e nella morale, è piit in crisi di tutta l'umanità. La scuola italia– na è piantata in questo teatro come un bel fiore in un terreno di ortiche. Non è questa similitudine una cari• catura della scuola italiana, •ma la scuola italiana è purtroppo una grot– tesca caricatura di que11ache dovreb– be e talvolta pretende di essere. La scuola è dunque in crisi e non po– I rehbe non esserlo. Vogliamo risolvere la crisi scolasti– ca? Possiamo, noi, appena denun– ciarla con serena obietività documen– tandone gli aspetti e prospettandone le possibili soluzioni. :È il massimo contributo che una rivista, questa rivista, può dare. La scuola è un prodotto dell'am– biente, essa nasce, si sviluppa, si matura Q decade con e neJl'amhiente. Non il ristretto ambiente dì un cen– tro qualsiasi dove sorge un agglome– rato di aule scOlastiche, bensì lo sconfinato ambiente sociale che agi– sce e preme sull'ambiente scolasti– co con una forza determinante. Gli aspetti della crisi della scuola italiana non vanno ricercati solo in << cause prossime », ma anche in « cause remote » senza le quali le prime non potrebbero spiegarsi. La sintomatologia della crisi scolastica è ricca di complessità psicologiche e sociali, e in un primo momento è tutt'altro che facile sapervisi orien– tare. Nelle elementari sembra che tutto vada bene a prima vista, ma basta ricordare il fatto che un notevole nu. mero di frequentanti sono costretti a ricorrere al dopo-scuola, che è spes– so una forma di « scuola speciale » per indicare l'impossibilità di quelle di bastare a se stesse. Nelle medie gli studenti sono in rivolta talora 168 aperta conlro i professori, i profes– sori sono in rivolta contro lo Stato, ciascuno per ragioni proprie; gli uni e gli altri ~ono (mi si perdoni la si– militudine) come cani legati alla stes– sa catena, dalla quale scoccano fre– <1uenti scintille di insofferenze tal– volta anche tragiche e delittuose. Quel che è paradossale è che questa catena è spesso un programma mini– steriale o altre condizioni di ll('ces– silà indipendenti dagli uni e dagli altri. Gli esami, e specialmente i fa. mosi di Stato, dànno preoccupazioni e inquietudini così serie da causare quelle conseguenze funeste che tutti conosciamo, la pii1 comune e la ap– parentemente più pacifica delle <1ua– li è certo l'increscioso esaurimento nervoso così frequente nella vita mo– derna. Ancora uon abbiamo osservalo di sfuggita che qualche accento della crisi. Domandiamoci: perchè la scuo– la elementare non basta a se stessa? Perchè studenti e professori sono in lotta tra di loro e in lotta contro lo Stato? Perchè gli esami assi11ano li– no al parossismo? Guardiamo pili in fondo. Si parla di scuola attiva nel1e ele– mentari e di scuola democratica nel1e medie, e la retorica delle venne mer– cenarie non vien meno alle apologie d,i rito. Ma la realtà deUa scuola ri– mane quale è. La scuola italiana è nn impasto di magrrifiche idee e dì fotti riprovevoli, e ciò perchè ]e compe– tizioni e i conflitti politici sono pe– netrati in essa in tutte le forme e degenerazioni. Questa 1>enetrazione ha creato quello scompiglio e quelJa disarmonia che le sono fatali. Non si tratta di riflessi della vita politica, che potrebbero essere naturali, ma di vere passioni e mene politiche che

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