Volontà - anno IX - n.4 - 1 agosto 1955

liberale; dall'altro lato, hanno biso– gno di un corpo operaio docile ai Joro ordini. In America si garantisce il salario semi-annuale; da noi, sia per le insufficienze della classe capi– talistica nostrana, sia per la diversi– tà dei mezzi economici, si ricorre all'imbrigliamento delle libertà nel– le fabbriche, clìe come nel caso del– la FIAT 1 sono dei vari st.ati uelJo Stato, con proprie leggi e con un corpo di polizia speciale; e all'asser– vimento dei sindacati minoritari. Di fronte a una situazfone di ecce. zionale gravità, Ja C.G.I.L. imposta un convegno « legalitario » e chiama un protcssore di diritto del lavoro a interpretare ]a Costituzione nel sen– so che la fabbrica non è un luogo privato, ma pubblico. ÙpJ>ure, ed è una soluzione peggiore, promette la lotta. Di Vittorio, lasciando cadere l'ul– tima cartella del suo discorso-fiume, i.Jnprovvisò la conc.lusione: « Bisogna lot1arc e impegnarsi a fon.do in que• sta lotta in ogni fabbrica e in tu.tto il Paese. Non bisogml- molfore. In ogni azienda e in ogni reparto si or– ga11i::::i compatta la resistc11za dei la– voratori. Diamo la mano a tutti i de– mocratici. La C.G.I.L. è sicura che la gra,ule 11wsst, del nostrd popolo ci nppoggervì ». L'on. Santi, n chiusura del Dibatitto, ribadiva questo con– cetto: « una forte linea di resisten– za, llttiva e llrticolat.a, una linea di resi.stenztt pcrmantmte » partendo dalle fobbriche toccherà le categorie Ja"oratrici interessate, le cillit do"e si s, 1 ilu1>perà la lotta, le provincie e, se necessario, 1'intero Paese. Non c'è stato nessuno, che chie– desse: quando <1uest'azione? con quali mezzi? con quali a11eati? 164 Il tempo urge. La situazione pon. tica italiana dà scarse speranze di conforto. 11 quadripartito contro O• gni logica e ogni promessa di rinno– vamento, si it ricostituito e in peg– gio. Il P.L.I. ha ubbidito agli ordini della Confindustria di rimanere nel governo, a garanzia di quell'immo– biJismo che le è riuscito altamentt' lrunuoso per i suoi affari. Il P.S.D.I. è ridotto a un partito di clientele la cui sopravvivenza è condizionata dalla ca1,arbia capacitù di rimancrt' al go,•eroo, per la distri.buzione de– gli ultimi favori elettoralistici; non ha altra politica che la nennifobia. La Democrazia cristiana è divorata dagli antagonismi dei suoi uomini ,, dal contrasto degli interessi di <'ni sono portatori; e sta li<1uidando l'u– nica sinistra attiva e .gchietta di ha-.<'. rappresentata dal gru1>po di « Pro– spctt;ve ». M.S.I. P.. M. e P.M.P assolvono con la consueta mancanza di -.enso del ridicolo la loro parte di Destra pittoresca e les1aiol:t. Le sinistre non stanno meglio: il P.C.I. è su posizioni di difesa. il suo apparato burocratico è ineapn<'1 di adeguarsi alla nuova situazion<" la sua basn è stanca e disorientata. Il P.S.I. in nome dell'apertura a si– nistra, si avvia su1la ~,rada dei com- 1>romessi di governo. Jn una situazione politica che non è lontana da come, molto semplÌ• ficando. abbiamo delineato, le puro. le di Santi or ras1:icuranti (« Il com– pagno f.,ombanli esllgert, con le sue apprensioni ... ») or fiere (« chinm<'• remo alle, ioltll l'intero PC1ese, se sa. rei.11ecessario... ») lasciate cadere dal microfono con pacato e bonario ac– cento boloérnese, lasciavano in duh-

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